Roma, 13 novembre 2024 – "Signore e signori, ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein: a Raffaele Fitto, commissario italiano, va tolta la vicepresidenza della Commissione che la Presidente von der Leyen ha deciso di affidare. L'Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi sono i vostri rappresentanti di sinistra".
Sono le parole postate sui social dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni in merito alle tensioni che si stanno creando in merito alle nomine dei commissari della Ue.
Ma la partita appare più complessa e si gioca intorno alla questione equilibri nella maggioranza europea con i socialisti che non vedono di buon occhio lo sbilanciamento verso destra (fra cui la nomina di Fitto) determinato dalla ricerca di consenso cercato da von der Leyen per la riconferma al vertice della Commissione.
Situazione che ha portato uno stallo e un mancato accordo fra la stessa von der Leyen e la maggioranza.
Si complica non poco la partita del passaggio parlamentare dei sei vicepresidenti e del voto all'intera Commissione Ue a fine mese a Strasburgo. L'incontro tra i responsabili dei gruppi politici del Ppe, del Pse (il gruppo è denominato Socialisti&Democratici), di Renew Europe (liberali) e la presidente della Commissione von der Leyen, questa volta a Palazzo Berlaymont (dove ha sede l'esecutivo europeo) non ha risolto nulla. Socialisti e liberali hanno chiesto a von der Leyen un segnale chiaro per permettere una conferma della maggioranza che l'ha sostenuta in prima battuta a luglio: l'ex ministra tedesca aveva ottenuto i voti di Ppe, Pse, liberali e verdi.
Il segnale forte riguarda il ruolo di Raffaele Fitto nella Commissione (è tra i vicepresidenti designati) e le responsabilità del commissario ungherese Oliver Varhelyi: la vicepresidenza a Fitto è considerata da socialisti e liberali la certificazione che l'asse politico della maggioranza che si realizza in parlamento sull'avvio della legislatura si è spostato decisamente verso destra. Ciò dopo una serie di votazioni recenti in cui il Ppe si è schierato con Ecr e Patrioti accentuando il ruolo di partito di snodo di alleanze politiche intercambiabili. Ora è scambio di accuse tra socialisti e popolari: in mancanza di segnali da parte di von der Leyen, il Pse preannuncia un voto contrario a Fitto e Varhelyi, unico commissario “semplice” cui sono state richieste ulteriori risposte scritte dopo l'audizione.
"Si è rotta completamente la fiducia con il Ppe, non c'è più. Fitto non avrà i voti dei socialisti in commissione Affari Regionali, in nessun caso. Non è una questione spagnola, né un problema con l'Italia o con Fitto, ma un problema con l'estrema destra. Il pacchetto dei vicepresidenti è da cinque, quelli di S&d, Renew e Ppe: noi negoziamo per quel pacchetto. Se vogliono votare Fitto con un'altra maggioranza, lo votino", hanno detto fonti del gruppo dei Socialisti Ue.
Oltre alla richiesta dei Socialisti di non affidare all'italiano Raffaele Fitto il ruolo di vicepresidente esecutivo della nuova Commissione, visto come un riconoscimento politico dell'allargamento della maggioranza pro von der Leyen ai Conservatori dell'Ecr (il gruppo a cui appartiene Fitto), è particolarmente grave lo scontro che si è avuto ieri sera durante l'audizione della vicepresidente esecutiva designata Terese Ribera, socialista spagnola, con il Ppe e le destre che l'hanno attaccata accusandola di corresponsabilità nei ritardi e nell'inefficacia dell'intervento del governo nella catastrofica alluvione di Valencia.
Il gruppo S&D, in particolare, accusa il Ppe di aver "tradito" l'accordo della "maggioranza europeista" che aveva approvato a luglio (insieme ai Verdi) la rielezione di von der Leyen per il suo secondo mandato alla presidenza della Commissione. "Oggi è in gioco il voto sul prossimo collegio della Commissione europea. A causa del comportamento irresponsabile del loro capogruppo Manfred Weber, il Ppe ha infranto lo storico accordo democratico e pro-europeo tra i gruppi conservatore, socialdemocratico e liberale in questa Camera", sottolinea un comunicato pubblicato oggi dal gruppo S&D. "A luglio 2024 – ricorda la nota –, abbiamo votato per la presidente della Commissione Ursula von der Leyen sulla base di una maggioranza democratica e pro-europea". Ma, rilevano i Socialisti e Democratici, "negli ultimi giorni, abbiamo visto che la leadership del Ppe è disposta a mettere a rischio la stabilità delle istituzioni europee in un clima geopolitico difficile".
"Il Ppe dovrà spiegare ai cittadini europei perché ha rotto la storica maggioranza europeista e se vuole davvero schierarsi con i populisti di estrema destra. Il futuro dell'Europa è nelle nostre mani. Siamo pronti ad assumerci la nostra responsabilità e ad agire nell'interesse pro-europeo per i cittadini che hanno riposto la loro fiducia in noi alle elezioni. Spetta al Ppe spiegare qual è la sua posizione", conclude la nota del gruppo S&D.