Roma, 7 luglio 2023 – “Mi pare un metodo d'intervento perlomeno stravagante e ai limiti dell'infantile”. Per il vicesegretario di Azione, Enrico Costa, la nota di via Arenula sull’imputazione coatta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro rappresenta un “preoccupante” segnale di inerzia da parte del governo. Che pur incrociando le lame con le toghe dal punto di vista mediatico procede all'insegna della “conservazione più totale” in tema di riforme dell'ordinamento giudiziario.
Da ex viceministro della Giustizia (nel governo Renzi) come valuta la presa di posizione del ministro sui casi Delmastro e Santanchè?
“Il ministero della Giustizia è quello che per definizione dovrebbe rispettare certe forme istituzionali anche nella comunicazione. Trovo perlomeno stravagante che si ricorra a note anonime: da un lato per intervenire su temi oggetto di procedimenti penali in corso e dall'altro per asserire che ci sono regole del codice da cambiare. Se vogliono intervenire lo facciano con gli atti. C'è un ispettorato che può esser attivato per interventi disciplinari. E c'è un ufficio legislativo per riscrivere le norme, se non vanno bene. Mi preoccupa invece che si ricorra a note di fonti anonime”.
Anche palazzo Chigi ha diffuso una nota molto dura in cui accusa la magistratura di fare campagna elettorale. Cosa ne pensa?
“Si lancia il sasso e si nasconde la mano: vogliono attaccare senza metterci la faccia. Mi pare un metodo scomposto e infantile di procedere. Se vogliono prendere una posizione nei riguardi della magistratura lo facciano. Ma mi pare che invece questo governo faccia solo favori alla magistratura”.
Cosa glielo fa pensare?
"Pensiamo alla riforma del Csm in attuazione della riforma Cartabia. Il ministero ha istituito una commissione di 26 membri, con 18 magistrati, di cui 10 fuori ruolo, e solo 3 avvocati. Se il problema sono le correnti della magistratura, con questo andazzo le favoriscono soltanto. E anche la separazione delle carriere è stata spinta su un binario morto. Nel momento in cui il Guardasigilli annuncia una proposta entro la fine dell'anno, questo finisce per congelare il lavoro in commissione, dove giacciono le altre proposte. E palazzo Chigi lo sa benissimo”.
Nello specifico del caso Delmastro e l'imputazione coatta, qual è il suo giudizio?
“Nella maggioranza dei casi il gip svolge un'attività piuttosto notarile nel nostro sistema: accoglie le richieste di intercettazioni e le tesi dei Pm sulle archiviazioni. Nel momento in cui un gip fa emergere una sua autonomia, ce ne vogliamo lamentare? Vogliamo andare verso una maggiore autonomia del giudice e uno schema che porti a maggiori indagini, oppure verso uno strapotere dei pm? Queste cose non si possono affrontare solo quando c'è di mezzo un esponente del governo. Il ministero ha ruolo formale: non può parlare a mezzo di fonti anonime sui procedimenti in corso. Per questo ritengo questo comportamento più grave di altre cose: quando si parla di giustizia le forme sono importanti”.