Mercoledì 13 Novembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Il caso Bari e i candidati, anche Colaianni si ritira: "Ha pesato il no di Conte"

Il candidato proposto dal Pd dopo il no del Movimento alle primarie lascia la corsa. Laforgia, appoggiato dal M5s, medita a sua volta la resa. Parte la caccia a un nuovo nome

Roma, 16 aprile 204 – È durato lo spazio di un fine settimana la candidatura di Nicola Colaianni per ricomporre campo largo barese. Il 78enne ex magistrato ed ex senatore Pds ha infatti ritirato la disponibilità a assumere la guida del centrosinistra che gli aveva domandato l’ex governatore Nichi Vendola per risolvere la tensione tra Pd e M5s. Sulla decisione, ammette Colaianni "ha pesato il no di Conte, ma anche il rinvio della decisione da parte degli altri due candidati". Vito Leccese per Pd e Verdi e Michele Laforgia per M5s, sinistra e centristi, ai quali spetterà ora decidere se e come sfidarsi al primo turno.

Elly Schlein
Elly Schlein

In particolare sono state forti le resistenze da parte del Pd locale, che ha risposto così alla pressione da parte del Nazareno per la richiesta di azzeramento della giunta regionale di Michele Emiliano e a favore della composizione col movimento guidato da Giuseppe Conte. Che sembra comunque intenzionato a marcare le distanze da Pd in Puglia e Bari nel giorno in cui il sindaco, Antonio Decaro, ha revocato la delega al Bilancio ad Alessandro D’Adamo, assessore indagato per truffa. "Anche se l’indagine non riguarda attività legate al Comune ma attività professionali – spiega Decaro –, l’esercizio di una funzione pubblica importante come quella di assessore deve essere al di sopra di ogni sospetto, e quindi appena ho avuto notizia gli ho revocato la delega". Ulteriore impasse che Conte preferisce non commentare per non dare adito a polemiche strumentali, pur ricordando di aver avanzato un "patto per la legalità".

L’ex premier sembra voler utilizzare la Puglia come emblema della differenza etica rispetto al Pd. Per il M5s, che alle amministrative e alle Europee non ha mai brillato, sarebbe un modo per guadagnare ruoli nelle giunte e far concorrenza ai dem nel voto per Bruxelles. Di qui il punzecchiamento continuo, anche in politica estera. Una situazione che ha spazientito la segretaria dem Elly Schlein: "La nostra comunità è generosa ma esige rispetto – dice – nessuno si azzardi a farne una macchietta prendendo problemi che ci sono e spalmandoli su tutto il Pd". Rivendicando l’uso di "tutti gli strumenti per allontanare e punire chi sbaglia", la segretaria replica anche alle polemiche interne sullo scarso orgoglio: "Ogni volta che è stato necessario rispondere, non mi sono tirata indietro".

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Quanto alle candidature a Bari, il Pd locale sembra intenzionato a tener orgogliosamente duro su Leccese, tanto rispetto alla sfida di Conte, quanto rispetto al pressing di Schlein e del Nazareno, che esortavano a una ricomposizione del campo largo. Dopo aver lanciato e sostenuto Laforgia insieme al M5s, soprattutto Sinistra Italiana ha cercato una sintesi con Colaianni, in modo da ricucire anche il rapporto con gli alleati Verdi, impegnati a sostenere Leccese. Prendendo atto "che una composizione non è possibile" a questo punto Laforgia si riserva "di valutare quello che farò dopo aver sentito, nelle prossime ore, Vito Leccese, la Convenzione per Bari 2024 e il M5s".

Parole che potrebbero preludere anche a un possibile ritiro del candidato vendoliano sostenuto da Conte. Il che permetterebbe a Sinistra Italiana di convergere su Leccese, ricomponendo l’alleanza coi Verdi e il Pd. E lascerebbe l’ex premier nella necessità di inventarsi un’altra candidatura dell’ultima ora.