Mercoledì 21 Agosto 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Caso Arianna Meloni, Calenda avverte: “Nessun complotto, ipocrita scandalizzarsi”

Il leader di Azione: “Voglio sconfiggere la premier sul piano della lotta politica. La polemica è un’arma di distrazione di massa, il Governo si sente assediato”

Carlo Calenda

Carlo Calenda

Roma, 21 agosto 2024 – «Il caso Arianna Meloni? Siamo alle solite: l’estate è cominciata azzuffandosi su faccende insignificanti come l’inquinamento della Senna e finisce combattendo su storie che non hanno senso». Mentre decine di politici sfornano dichiarazioni sempre più fiammeggianti da una parte e dall’altra sul caso che riguarda la sorella del premier, il leader di Azione, Carlo Calenda, lo liquida con una scrollata di spalle.

Perché parla di faccende insignificanti?

«Questa vicenda è iniziata per le nomine Rai: ma viviamo nel paese di Campanellino? Ho fatto parte del governo Renzi: sulla Rai non si muoveva foglia che lui non volesse perché era una fonte di potere. Immagino che questo sia vero anche per gli altri governi: mi pare ipocrita scandalizzarsi. Sentir parlare di traffico di influenze per Arianna Meloni fa ridere».

Ha ragione la premier a parlare di complotto?

«No: non c’è un’inchiesta. Invece di liquidare con un’alzata di sopracciglio chi si mostra turbato perché la sorella, capo della segreteria politica di FdI, si occupa come è probabile di nomine Rai, la butta sul golpe. Assurdo».

La bufera è un’arma di distrazione di massa?

«Certo. Vale per lei, come per l’opposizione. È lo schema di gioco: parlare di un match di boxe o degli zebedei di Vannacci per non affrontare nodi politici seri. Tra pochi giorni il governo dovrà presentare un quadro di finanza e riforme pubbliche per 5 anni alla Commissione europea e spiegare come rientrerà ogni anno di dieci miliardi di euro, ma su questo non c’è dibattito. Parliamo di cose più divertenti, così si distraggono tutti».

Il governo si sente assediato?

«Sì. Avendo fatto una serie di passi sbagliati, deve ora tenere alto il fuoco dello scontro su tutto, dall’autonomia per arrivare all’Europa. Capisco che per loro forse ’molti nemici, molto onore’ può funzionare, ma non funziona per il Paese».

Cosa teme, in particolare?

«Intanto, il governo avrà grossi problemi con la manovra finanziaria: per confermare il cuneo e la riforma delle aliquote, non avrà i soldi per rafforzare il servizio sanitario e la scuola. Poi abbiamo la crisi Stellantis: la Maserati sta chiudendo, e il ministro Urso non sa che pesci prendere. Continua ad aprire tavoli: ne ha fatti tanti, che neanche la Snaidero nella sua vita. Siamo nel mezzo di una crisi epocale, ma invece di fare un piano per stimolare la lettura – il 60% degli italiani non ha mai aperto un libro – ci balocchiamo con storie che non dicono nulla».

Nel centrodestra, c’è il sospetto che se Arianna Meloni viene indagata, può essere intercettata. E si finirebbe per intercettare la sorella premier...

«Sarebbe gravissimo intercettare un presidente del Consiglio per un reato tanto inconsistente come il traffico di influenze, che per me andrebbe abolito».

Per i magistrati la tempesta sollevata dalla destra serve a delegittimarli.

«Ci rendiamo conto che in Italia va in onda sempre lo stesso film? Io voglio che Meloni sia sconfitta sul piano delle idee, della lotta politica. Non voglio vedere un altro premier azzoppato da vicende giudiziarie».

Come Berlusconi. A proposito, Forza Italia sponsorizza lo ius scholae: si può lavorare con loro?

«Sì. La famiglia Berlusconi sta facendo un lavoro interessante di spostamento di Forza Italia sul fronte dei diritti. Il rischio è che gli azzurri non facciano seguire i fatti alle affermazioni e il Pd rilanci sullo ius soli e non se ne faccia niente».

Un’ultima curiosità: i suoi figli si sono ribellati – come auspicava qualcuno – al tour de force che ha imposto loro in Asia minore?

«Ma no. Gli è piaciuto molto. Abbiamo sofferto il caldo, ma ne valeva la pena. È stato un viaggio strepitoso».