Roma, 3 marzo 2019 - Condannati a litigare. Ma anche a trovare un accordo, magari provvisorio ma che di fatto faccia rinviare a dopo le elezioni europee il redde rationem. Lo certifica in serata lo stesso Matteo Salvini: «Il treno viaggia più veloce, inquina di meno, costa di meno. Quindi sono disponibile a ragionare su tagli di eventuali grandi opere come la stazione di Susa. Però serve viaggiare di più, viaggiare meglio, spendere di meno, inquinare di meno e quindi stiamo lavorando per trovare un accordo».
Di certo, l’affaire Tav continua a dividere Lega e Cinquestelle. Ma anche ad agitare le acque dentro il Movimento, tanto che tutti i maggiorenti grillini si affrettano a smentire un sondaggio che vedrebbe gli elettori dei 5 Stelle in maggioranza favorevoli alla Tav. E non manca chi legge l’avviso di Casaleggio («La base è contro») come un monito per lo stesso Luigi Di Maio. Nel frattempo le opposizioni si scatenano contro Toninelli. Il Pd rilancia la mozione di sfiducia e Silvio Berlusconi lo definisce uno «scemo».
I tempi sono stretti, anche perché da Bruxelles e da Parigi il pressing diventa sempre più stringente. Entro la settimana, poi, bisognerà capire in che maniera far ripartire gli appalti evitando di perdere i fondi europei. Ieri, a far salire la tensione, i rumors su un sondaggio fra gli iscritti del Movimento con un esito a sorpresa. Una notizia che il Movimento smentisce con una nota ufficiale. E che spinge Davide Casaleggio, il figlio del fondatore dei Cinquestelle, a chiarire: «È un tema sul quale si è dibattuto da anni e la base ha già espresso in modo univoco la sua posizione». Insomma, nessuna retromarcia. Ancora Casaleggio: «Non sta a me dire e nemmeno pensare se il governo possa saltare su questo argomento. Però, non credo».
Ma sul fronte dei Cinquestelle, il fuoco di sbarramento sul progetto si intreccia con i sospetti sulle mosse di Di Maio per cercare una via d’uscita con la Lega. Anche se per il vice-premier arretrare in questo momento sulla Torino-Lione sarebbe impensabile. «È in gioco l’identità stessa del Movimento», fa sapere Alberto Airola. Mentre il sottosegretario pentastellato a Palazzo Chigi, Stefano Buffagni, non condivide nemmeno l’idea della cosiddetta mini-Tav: «Se oggi qualcuno ha questa idea geniale allora mi chiedo dov’era negli ultimi quindici anni. Perché allora vuol dire che hanno avallato sprechi di soldi in tutte le opere. Questo è un motivo in più per rimanere fedeli alla nostra linea». Di tutt’altro avviso la Lega, che spinge per sbloccare i lavori, anche rilanciando l’ipotesi della mini-Tav. Una soluzione bocciata, però, anche dal governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino: «È una bufala».