Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Carta d'identità dei minori, torna la dicitura "padre" e "madre"

Viminale: via "genitore 1" e "genitore 2", si torna al passato. Decreto voluto da Salvini, alleati di M5s contrari. La sindaca Appendino: "Vediamo come intervenire"

Il tweet di Matteo Salvini in novembre (Dire)

Roma, 3 aprile 2019 - Sulla carta d'identità dei minorenni torna la dicitura "padre" e "madre", al posto di "genitori". Il provvedimento, voluto dal Viminale, è stato ufficializzato con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale. Restano contrari i 5 stelle e anzi, la sindaca di Torino Chiara Appendino, da sempre sensibile ai diritti delle famiglie arcobaleno, parla di "un passo indietro" e promette che tenterà di "intervenire".

L'IMPEGNO DI SALVINI - La modifica alla norma del 23 dicembre 2015 era un impegno preso a cuore dal ministro Salvini, il quale lo scorso novembre aveva annunciato la sua battaglia "in difesa della famiglia naturale". Il leader della Lega disse: "Mi è stato segnalato che sul sito del ministero dell'Interno, sui moduli per la carta d'identità elettronica c'erano 'genitore 1' e 'genitore 2'. Ho fatto subito modificare il sito ripristinando la definizione 'madre' e 'padre'", escludendo di fatto così i genitori dello stesso sesso.

Il provvedimento è stato firmato il 31 gennaio scorso dal ministero dell'Interno, da quello della Pubblica Amministrazione e da quello dell'Economia, nonostante il parere negativo degli alleati M5s e del Garante della Privacy, che riscontrò alcune criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, venisse presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale che non fossero esattamente riconducibili alla specificazione terminologica 'padre' o 'madre'.

La modifica prevede che il termine "genitore" venga sostituito dai più tradizionali "padre" e "madre" ogni qual volta si presenta nel testo che predispone le "modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica".

CONTRARI I 5 STELLE - Gli alleati di governo del Movimento 5 Stelle contrari: "Il tema del genitore 1-genitore 2 non sta nel contratto di questo governo", ha detto Vincenzo Zoccano, sottosegretario alla Famiglia in quota grillina. 

"Cerchiamo di capire come intervenire"

LA RIVOLTA DA TORINO - La mossa non piace per niente al Coordinamento Torino Pride, che scrive alla sindaca Chiara Appendino chiedendole "una netta presa di posizione contro questo ennesimo atto odioso e di violenta discriminazione nei confronti dei nostri figli" e "di restare coerente alle decisioni prese e di non rendersi partecipe alla rovina delle famiglie che lei stessa ha aiutato". Appendino risponde via Twitter: "Come ho sempre detto, penso che sia un passo indietro rispetto ai tanti in avanti che sono stati fatti in questi anni a Torino in tema di Diritti". E prosegue: "Stiamo cercando di capire quali siano i margini a disposizione per intervenire".