Giovedì 26 Settembre 2024
SIMONE ARMINIO
Politica

Terremoto tra i centristi: "No al campo largo". Anche Gelmini e Carfagna se ne vanno da Azione

Con loro Giusy Versace. Enrico Costa è già passato in Forza Italia. "La scelta di entrare in un’alleanza con la sinistra non ci appartiene". La replica dei vertici: grave e incoerente passare alla maggioranza

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Mara Carfagna (Ansa)

Roma, 17 settembre 2024 – A sera inoltrata, sulle pagine social di Mara Carfagna, campeggiava ancora il banner sulla campagna per il tesseramento 2024 di Azione. Con un’immagine che, vista al termine di una giornata di defezioni illustri per il partito di Carlo Calenda, è indubbiamente a tema: c’è qualcuno che sembra staccare, una per una, le stelle dallo sfondo azzurro. "È una mano destra, si vede", se la ridono in Transatlantico. Le star del partito, oggi se ne sono andate alla spicciolata, tutte in direzione maggioranza: la vicesegretaria Mariastella Gelmini, la senatrice Giusy Versace, la presidente Mara Carfagna. Diretta al gruppo misto la prima, per poi aderire, pare, a ’Noi Moderati’ di Maurizio Lupi. Versace e Carfagna al momento non indicano una direzione, ma è la stessa Azione a specificarlo con rammarico. Prima di loro la stessa strada aveva preso Enrico Costa, tornato in Forza Italia. "Rispettiamo le scelte personali – dicono da Azione –, ma riteniamo grave e incoerente passare dall’opposizione alla maggioranza, contravvenendo così al mandato degli elettori". Una pratica c he "contribuisce ad allontanare i cittadini dalla politica", continua la nota, che a Gelmini, Versace e Carfagna manda a dire di averle "accolte e valorizzate in un momento particolarmente critico del loro percorso politico". Era il 20 luglio 2022: il governo Draghi cadde anche per via del mancato appoggio di Forza Italia, e Gelmini e Carfagna, non riconoscendosi in quella scelta, decisero di abbandonare la casa in cui, politicamente, entrambe erano nate.

La giornata più lunga per il leader di Azione, Carlo Calenda, era cominciata con un ultimo incontro con Mariastella Gelmini, quindi con una sua nota ufficiale, arrivata dopo giorni di rumors e riunioni. "Il mio percorso in Azione si conclude – la spiegazione dell’ex ministra berlusconiana –. Ho avuto con Carlo Calenda un confronto sereno e leale e per quanto mi riguarda la stima e la gratitudine nei suoi confronti restano immutati", ma "il mio disagio è noto" e "la decisione di entrare nel campo largo mi costringe a prendere atto che non posso rimanere".

Uscita Gelmini, in sala d’attesa era già pronta ad entrare Giusy Versace. Identico l’esito, alla fine dell’incontro, con "la stima e l’affetto nei confronti di Carlo Calenda" e la motivazione finale: "Il campo largo non può essere la mia casa". A quel punto Calenda avrebbe dovuto vedere la presidente del partito, Mara Carfagna, ma ormai s’era fatto tardi, in tutti i sensi. Così è la stessa Azione, a sorpresa, a renderne note le intenzioni, unendo il suo nome a quello di Gelmini e Versace. Una mossa che spiazza la stessa Carfagna. Lo rivela il tono della sua replica: "Apprendo di aver lasciato Azione. È una decisione che stavo maturando ma che sentivo il dovere di rendere pubblica in modi più seri e meno estemporanei". Il motivo, manco a dirlo: "La scelta di aderire alle candidature del campo largo è un diritto di Carlo Calenda. Ma la mia storia e le mie idee mi impediscono di seguirlo". Infine la stoccata: "Pensavo di affrontare questo discorso a viso aperto nel direttivo convocato per domani pomeriggio, davanti agli iscritti e ai dirigenti, che intendevo anche ringraziare. Azione, in tutta evidenza, me lo impedisce e me ne dispiace".

A quel punto ormai è buio, lo stillicidio sembra essersi fermato. Resta spazio per l’inevitabile ironia degli ex soci di Italia viva. È una "disgregAzione", scrive Francesco Bonifazi. Con un gioco di parole che ha tutta l’aria di essere pronto da un po’.