Mercoledì 13 Novembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Caos nel Pd, effetto Grillo. D’Amato vuole lasciare: "Non c’è una linea politica"

L’ex candidato a governatore nel Lazio critica Schlein da sinistra: un errore inseguire i 5 Stelle "L’alternativa all’esecutivo si fa presentando delle idee. Grillo? Dei passamontagna ho ribrezzo"

È stato quando ha sentito pronunciare la frase "mettete il passamontagna e andate", firmata da Beppe Grillo, che la sua pazienza è venuta meno. "Quella manifestazione è stata un errore – commenta amaro Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio nell’era Zingaretti e a sua volta candidato presidente alle scorse regionali per il Pd –. Io vengo da una vecchia tradizione, quella del Pci, dove prima di partecipare a una manifestazione bisognava approvarne la piattaforma e le modalità organizzative. Invece vedo che non è stato preso nulla di tutto questo in considerazione, visti gli esiti della manifestazione stessa, e questo da l’idea di una pochezza politica importante".

Elly Schlein con l'assessore milanese alla Casa, Pierfrancesco Maran, primo a sinistra
Elly Schlein con l'assessore milanese alla Casa, Pierfrancesco Maran, primo a sinistra

Dopo le parole di Grillo, lei ha deciso di dimettersi dall’assemblea nazionale dei dem.

"Ne facevo parte e ritengo che questo gesto sia un segnale, una grande testimonianza del malessere che vivo e che intendo trasmettere in questa maniera; il silenzio dei vertici del partito è quello che mi preoccupa di più".

Cosa si aspetta?

"Mi aspetto che questo gesto produca un effetto, ossia che si arrivi ad una discussione sulla linea politica del partito, che mi auguro sia profonda".

Se invece dal Nazareno non arrivasse alcun segnale?

"Il silenzio sarebbe la risposta peggiore".

Valuterebbe, a quel punto, di lasciare anche il Pd?

"È chiaro che ci dovrei riflettere sopra".

Eppure c’è chi è convinto che le parole di Grillo fossero solo ironia.

"...No, mi dispiace, non si può fare ironia parlando di passamontagna, mi dispiace, io questa cosa l’ho vissuta malissimo. E anche le parole sull’Ucraina, insomma...".

Eppure lei i 5 Stelle li conosce bene, erano con lei nella maggioranza di Zingaretti in Regione.

"Purtroppo li conosco benissimo e non dimentico la scelta deleteria che hanno fatto alle ultime elezioni regionali che sono andate come sono andate proprio a causa della loro scelta".

Eppure se a sinistra si vuole costruire un’alternativa di governo credibile, con i 5Stelle dovete parlare per forza, no?

"L’alternativa di governo si costruisce intanto cominciando ad avere una linea politica chiara, portata avanti con un linguaggio comprensibile. Ripeto: è stato un errore partecipare a una manifestazione che si è connotata con parole d’ordine inaccettabili: brigate, passamontagna, parole inaccettabili per chi arriva da una cultura riformista e di sinistra, che ha sempre combattuto queste forme di violenza verbale. È stato un errore politico e una sottovalutazione, vedo una sorta di spirito gregario in questa partecipazione".

Quindi lei non vede nella Schlein la persona adatta a gestire questa fase di costruzione dell’alternativa al governo?

"Ho sostenuto Bonaccini, ho sempre ragionato con la mia testa e non faccio parte di nessuna corrente, ma molte questioni mi mettono a disagio, come l’utero in affitto, che io critico da sinistra, ma quello che vedo è una difficoltà nel linguaggio, nell’espressione di una linea chiara. Da lì il mio disagio".

Davvero, se non le dovessero rispondere se ne andrebbe?

"Ripeto, il silenzio sarebbe la peggior risposta".