Giovedì 21 Novembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Il caos migranti, Mattarella incalza l’Ue: "Basta misure tampone, Dublino è la preistoria"

Il presidente critica il Regolamento del 2003: servono soluzioni coraggiose Intanto la Corte di giustizia europea boccia i respingimenti della Francia

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in provincia di Enna

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in provincia di Enna

Roma, 21 settembre 2023 – Non muri , ma "soluzioni europee". Lungi dal lasciarsi coinvolgere nel merito delle scelte del governo, nelle parole con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella invoca da Bruxelles "soluzioni nuove e coraggiose e non superficiali e approssimative", volte a superare la "preistoria" delle regole di Dublino, non sfugge la differenza rispetto al ribadito disinteresse per le "ricollocazioni" dei migranti in Europa dichiarato dalla premier Giorgia Meloni. Che non chiede accoglienza per gli stranieri sbarcati ai partner, in quanto considera la distribuzione dei migranti una misura tampone inutile rispetto alla necessità di coinvolgere direttamente l’Unione nel fermare le partenze.

Nel giorno in cui la Corte di giustizia Ue boccia i respingimenti dei migranti da parte della Francia alle frontiere interne all’Europa, Sergio Mattarella parla da Piazza Armerina, provincia di Enna, dove ha portato il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier in visita al Centro per migranti don Bosco2000, uno dei 13 realizzati in Sicilia ad opera dei Salesiani, che operano attivamente anche nella cooperazione internazionale in Africa. Quello delle migrazioni, spiega il capo dello stato durante una conferenza stampa tutta rivolta all’argomento, "è un fenomeno epocale che va governato con visione del futuro, non con provvedimenti improvvisati o tampone che risolvono qualche questione temporanea, ma che esaminino e affrontino il problema con una visione del futuro coraggiosa e nuova rispetto a un fenomeno così grande".

Ben vengano dunque i dieci punti proposti dalla presidente von der Leyen o i passi avanti Consigli europei dei mesi passati. "Quello che è importante è che tutti in Europa comprendano come il problema esiste e non si rimuove ignorandolo – esorta Mattarella – Ma va affrontato per non lasciare il protagonismo di questo fenomeno globale ai crudeli trafficanti di esseri umani". Vantando la "piena convergenza" in proposito con il presidente tedesco Steinmeier, che annuisce, il capo dello stato perora dunque indirettamente la riforma delle regole sull’accoglienza in corso a Bruxelles e sospesa a causa dello stallo nelle trattative governative (in settimana i ministri dell’Interno dell’Ue proveranno a a sciogliere la matassa). Perché "le regole di Dublino sono preistoria", avverte Mattarella: "Voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli Accordi di Dublino – continua –, è come dire ‘realizziamo la comunicazione in Europa con le carrozze a cavalli’".

Per il presidente quello era infatti "un altro mondo", in cui "non era cominciato quel fenomeno di immigrazione di massa" in atto oggi. Ragion per cui continuare a far riferimento agli Accordi di Dublino "è proprio una cosa fuori dalla realtà". E occorre invece "uno sforzo" per "trovare nuove formule, nuove soluzioni". Non che per questo il presidente intenda farsi coinvolgere nelle polemiche sulle scelte di governo, e tuttavia il ruolo di moral suasion che avoca se stesso sembra perorare la difficile ricerca di una politica di accoglienza europea piuttosto che la logica dei respingimenti, come filtravano anche dall’intervento su "Nazione o caos" pronunciato dalla premier al palazzo di Vetro.

Ieri la Corte di giustizia Ue ha bocciato i respingimenti dei migranti operati dalla Francia alle frontiere interne. Sulla base del ricorso di diverse associazioni d’oltralpe, i giudici hanno evidenziato che "la direttiva Ue ‘rimpatri’ va sempre applicata, anche nel caso di controlli ai confini interni" ripristinati temporaneamente da uno Stato membro. Per la Corte i migranti irregolari devono pertanto poter "beneficiare di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio" prima dell’allontanamento forzato. Intanto sono i vescovi radunati a Marsiglia da tutte le sponde del Mediterraneo – e che per oggi attendono papa Francesco – a lanciare un appello all’Europa affinché non si blindi ma piuttosto apra all’accoglienza dei migranti con nuove politiche che superino la logica dell’emergenza e della sicurezza.