Giovedì 10 Ottobre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Campo largo (anzi progressista): Emilia-Romagna, alleanza quasi fatta. Ma Grillo rianima la battaglia M5s

De Pascale ufficializzerà a breve l’accordo per le regionali. Il Pd punta a consolidare la vocazione maggioritaria

Campo largo (anzi progressista). Emilia-Romagna, alleanza quasi fatta. Ma Grillo rianima la battaglia M5s

Una foto simbolo dei malumori nel campo largo: Schlein e Conte molto distanti alla consegna delle firme contro l’Autonomia

Arrivederci al campo largo, benvenuto al "campo progressista". Cambia la definizione, non cambiano i protagonisti e le complicazioni. La segretaria dem Elly Schlein e il presidente 5 Stelle Giuseppe Conte, d’altra parte, non l’hanno mai gradita la formula giornalistica per descrivere le alleanze onnicomprensive di centrosinistra per taglie forti. Siccome però gli addendi e le riserve non cambiano di una virgola, il candidato presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, si tradisce dichiarando di aver la sola convinzione al mondo che "il campo largo tiene" e promettendo l’"imminente" accordo di coalizione. Ipotesi largamente scontata, dal momento che in Emilia-Romagna il Pd parte avvantaggiato anche da solo e nessun alleato vuol rimanere escluso dal carro.

Cambia la formula, non cambiano gli addendi e le controversie insomma. La leader del Pd non intende recedere dall’alleanza con Matteo Renzi piuttosto che coi centristi di Azione, come da quella più solida coi 5 Stelle, Avs e +Europa, all’insegna di quel mantra "testardamente unitario", che comincia però a suonare sordamente deficitario come una noce di cocco arida. Anche se il richiamo alle origini del 5 Stelle di Beppe Grillo sembra preludere all’intenzione di animare la battaglia interna invece di una scissione che porterebbe sicuramente via qualche punto percentuale importante al centrosinistra. "Riprendiamoci le nostre battaglie!", esorta il fondatore annunciando l’intenzione di promuovere una sorta di revival delle origini. "È arrivato il tempo di riprenderci tutto: le nostre battaglie, i nostri sogni, quel futuro che ci aspetta", scrive Grillo. Una presa di posizione interpretata come intenzione di fare battaglia interna, viste anche le difficoltà economiche di una scissione quasi senza parlamentari.

La linea del Nazareno è diretta innanzitutto a consolidare la vocazione maggioritaria ed egemonica del partito, a cominciare dalle elezioni regionali di autunno, in quanto condizione per rafforzare la coalizione in vista delle politiche. Salvo che il Pd continua a fare concorrenza prevalentemente a sinistra, trascurando l’area riformista, come rilevano criticamente non solo dalla minoranza del partito. Matteo Renzi ha prospettato la premiership alla segretaria dem. Che per questo si è affrettata sin troppo ad appaltare a Italia viva e Azione la copertura di un’area moderata che allo stato attuale guarda forse più a Forza Italia che al centrosinistra. Di qui le tensione con 5 Stelle e Avs sulle alleanze regionali, ma anche le controversie irrisolte in vista delle politiche.

Per quanto riguarda le regionali in realtà il centrosinistra è messo meglio di come appare. In Emilia-Romagna non c’è quasi partita. De Pascale è sceso a Roma per incontrare Conte e nelle prossime ore promette di ufficializzare la coalizione. In Liguria certamente la battaglia di Andrea Orlando contro il sindaco di Genova Marco Bucci sarà la più dura; non per l’assenza del simbolo di Italia viva, i cui esponenti e elettori in parte sostengono Bucci, ma per la competitività del sindaco. In Umbria, invece, desta preoccupazione l’approdo del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, nel perimetro di centrodestra. Ma anche qui il centrosinistra si presenterà unito, senza liste di Italia viva ma con i 5 Stelle (che alle Europee hanno preso quasi il 9%), a sostegno della sindaca civica di Assisi Stefania Proietti.

L’assist delle regionali è quello su cui punta il Pd per inaugurare la rincorsa verso le politiche del 2027. Prova ne sia che anche in Toscana è iniziato il dibattito sulla formazione della coalizione, dove la componente renziana ha in peso ben più rilevante che altrove. Mentre rimane aperto per il Nazareno il nodo Campania, dove il governatore Vincenzo De Luca non intende rinunciare alla candidatura da campione contro l’Autonomia differenziata non semplice da boicottare.