Venerdì 19 Luglio 2024
ROBERTA DELLA MAGGESA
Politica

Campo largo a Genova. Le opposizioni in piazza:: "Toti deve dimettersi". E arriva una nuova accusa

Schlein e Conte manifestano insieme: "Il futuro torni nelle mani dei liguri". Il gip dispone un’altra misura domiciliare: finanziamento illecito per spot elettorali. L’ordinanza del tribunale fa saltare l’incontro previsto oggi con Salvini.

Campo largo a Genova. Le opposizioni in piazza:: "Toti deve dimettersi". E arriva una nuova accusa

Campo largo a Genova. Le opposizioni in piazza:: "Toti deve dimettersi". E arriva una nuova accusa

"Il futuro della Liguria deve tornare nelle mani dei liguri. Per questo Toti deve dimettersi, perché sta tenendo ai domiciliari l’intera regione". È il messaggio, forte, che la segretaria del Pd Elly Schlein ha lanciato ieri dal palco di piazza De Ferrari, quello sotto il quale il popolo del ’campo largo’ si è dato appuntamento per tornare a chiedere le elezioni anticipate. Un sit-in che ha portato in strada centinaia di militanti e di bandiere e, soprattutto, i leader dei quattro partiti del centrosinistra (assenti Matteo Renzi e Carlo Calenda, ma presente una delegazione di Azione).

Un affondo politico andato a segno proprio nella giornata in cui il governatore è stato raggiunto da una seconda misura cautelare con applicazione dei domiciliari, questa volta per l’accusa di finanziamento illecito contestata sugli spot elettorali pagati sottobanco, secondo la Procura, da Esselunga, e proiettati sul maxi-schermo della Terrazza Colombo. Accusa che il colosso della distribuzione respinge con la massima fermezza – "Affermazioni totalmente infondate" –, ribadendo la regolarità dell’operazione commerciale. In ogni caso l’ordinanza emessa dal gip Paola Faggioni ha già prodotto un primo risultato, quello di far saltare l’incontro che il presidente avrebbe dovuto avere oggi, nella sua villa di Ameglia, con il leader della Lega Matteo Salvini.

Insomma, una miscela esplosiva, sul piano giudiziario, ovviamente, ma anche su quello politico, con reciproco intreccio di trame. "Non siamo in tribunale e non c’è nessuna gogna mediatica – sono le parole scelte dal leader del M5S Giuseppe Conte per parlare alla folla –, ma quello che viene fuori dalle carte del procedimento è un modello di governo marcio".

La leader del Pd Schlein è andata oltre: "Abbiamo un pessimo giudizio sul sistema di potere costruito in questa regione. Mi domando cosa aspetti Giorgia Meloni a chiedere a Toti di fare un passo indietro. E mi domando cosa aspetti a fare un atto dovuto, che è la richiesta di sospensione. Noi siamo qua per guardare al futuro di questa regione, che oggi è paralizzata e non può attendere l’esito del lavoro della magistratura". "Toti deve dimettersi e a noi spetta il compito di offrire un’alternativa", ha detto il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. "Si eserciti la democrazia subito" ha rincarato la dose il co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, che non ha risparmiato neppure una stoccata al ministro della Giustizia Carlo Nordio in relazione a quanto dichiarato sull’ordinanza con cui il Riesame ha respinto la revoca dei domiciliari ("L’ho letta e non ci ho capito nulla"). "È inammissibile una simile censura di un provvedimento dell’autorità giudiziaria – parole di Bonelli –. Questa non è l’Ungheria di Orban". Oggi, intanto, il governatore sarà nella caserma della finanza della Spezia, in videocollegamento con il suo avvocato Stefano Savi, per essere ascoltato dopo la nuova misura che gli è stata notificata. E probabilmente si avvarrà della facoltà di non rispondere.