Venerdì 22 Novembre 2024
GABRIELE CANE'
Politica

Processo sommario

Gabriele Canè

Gabriele Canè

Roma, 12 gennaio 2016 - SIGNORI, in piedi: entra Saviano. Tremano i polsi, le mascelle si irrigidiscono. Condanna o assoluzione? Il Paese resta col fiato sospeso fino alla sentenza. E come ogni giudizio che si rispetti, quello di Saviano non va discusso. Perché se obietti, è certo: sei camorrista. Povera Italia, dove la giustizia una volta si amministrava nei tribunali, poi nei talk show, e adesso sui blog. La Corte suprema dei Grilli parlanti: uno ufficiale, Grillo Beppe. L’altro ufficioso ma ancor più autorevole, Saviano Roberto, ascoltatissimo da una sinistra che si scopre a sua volta culla di gaglioffi. Il sospetto aleggia, le manette tintinnano. Anche su Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto, cittadina intrisa di malavita e da cinque mesi fornita di una maggioranza a 5Stelle. Il nuovo, la pulizia. Saviano plaude, e tutti plaudono. Poi succede che qualcosa si rompe, un consigliere grillino viene espulso, l’ombra della camorra si staglia sul Municipio. Almeno secondo un’inchiesta avviata dal pm Woodcock, quello dei grandi scoop, degli arresti choc (persino Vittorio Emanuele), un uomo che non si è fermato di fronte a nessuno, nemmeno a Tony Renis

TUTTA ROBA finita nel nulla, campionario di clamorosi flop. Insomma, una sicurezza: per gli imputati. Nel frattempo, però, il tritacarne va avanti. La sindaca non è indagata, ovvio, ma i pm indagano e spiegano il motivo: perché la sua condotta è poco lineare, da approfondire (?). Chi invece non ha dubbi di colpevolezza è il Pd, che subito grida allo scioglimento del Consiglio comunale.

TANTO che uno si chiede: ma di che Pd parliamo? Di quello che ha difeso fino all’ultimo il sindaco Marino, fino ai limiti della decenza e della iscrizione nel registro degli indagati? È lo stesso Pd, forse uno e trino, e cinquino? Mah? Per fortuna arriva Saviano a tagliare la testa alla Capuozzo: dimissioni subito. In un Paese normale, uno direbbe: opinione interessante, ma di nessun rilievo. Insomma: chi se ne importa. Errore. Se lo dice Saviano, finisce che poi lo dice pure l’altro Grillo, Beppe, prima strenuo difensore della sua Capuozzo, che alla fine vedrete dovrà mollare.

MOTIVO? Boh! Qualche irregolarità nella ristrutturazione della casa? Forse. Cattiva amministrazione? Come si fa a dirlo dopo cinque mesi in un territorio devastato dalla malavita! Insomma: per ora il nulla. Però tu metti nel frullatore un po’ di Woodcock e dosi abbondanti di Saviano e Casaleggio, e servi in tavola la ghigliottina. Roba da fare rizzare i capelli. Da fare rimpiangere i metodi di Di Pietro che aveva almeno una toga sulle spalle.

INTENDIAMOCI: mica è colpa di Saviano se lo trattano da oracolo di Delfi. Lui è un uomo coraggioso che rischia la vita ogni giorno. Sono gli altri che attribuiscono a ogni suo intervento il valore di una sentenza senza appello. Nel Paese che non c’è. Con tanti Pinocchi, e due Grilli parlanti.