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Carlo Calenda e Azione a Roma
Roma, 3 marzo 2025 – “Le due cose che farei domani sono l’esercito europeo e rispondere a Donald Trump che se mette i dazi tassiamo le big tech americane”. E questo è anche il messaggio che Carlo Calenda e Azione hanno voluto dare con le manifestazioni che si sono svolte ieri in diverse città.
Senatore Calenda, come sono andate le mobilitazioni?
“Insospettabilmente bene. Abbiamo fatto 33 piazze in tutta Italia. Piazza Santi Appostoli a Roma era stracolma. L’obiettivo era dire chiaro che non vogliamo essere vassalli di Putin e di un predatore americano come il presidente Trump. Vogliamo subito un’Europa politica e una difesa comune europea”.
Dopo lo scontro in mondovisione, anche il presidente ucraino Zelensky sembra tornato a più miti consigli nella consapevolezza dell’aiuto indispensabile degli Usa....
“Gli Usa non ci sono più. Prima o poi dovremo prenderne atto. Trump ha come unico interesse fare business con russi e portare via investimenti produttivi dallEuropa. Dobbiamo fare i conti con la realtà. Io ho negoziato l’accordo di libero scambio con Usa. Ma oggi questa è la situazione: ci sono un oligarca a Mosca e un predatore alla Casa bianca che vogliono solo vassalli”.
Trump lo hanno scelto gli amercani...
“Nessuno discute la legittimità di Trump. Si tratta di prendere atto della situazione per come è. E la situazione è questa. Siccome l’Europa è un contenitore di massa economica, industriale, commerciale e militare gigantesco, dobbiamo unirci e rispondere. Perché se non rispondiamo non è che Trump non metterà i dazi a chi va a leccrgli le scarpe”.
Il ruolo militare degli Usa nella Nato e in Europa è esorbitante.
“Complessivamente la spesa militare europea è a parimerito con quella cinese, la seconda nel mondo. Si tratta di renderla operativa e efficiente. Non per utilizzarla, ma per non doverla utilizzare. ‘Si vis pacem para bellum’ (se vuoi la pace, preparati alla guerra, ndr), come insegnavano i romani. Ed è anche chiaro che il formato della difesa comune non sarà a 27, ma a partire dai Paesi fondatori allargando. Compresa la Gran Bretagna, che deve realizzare un piano per mettere in comune spese militari in modo da evitare di arrivare a un conflitto diretto con la Russia. Al quale fino ad oggi non si è arrivati perché c’erano gli Usa”.
Ma la Russia è anche un Paese povero che non sta aumentano la spesa militare per riarmare come fece la Germania hitleriana.
“Quando c’erano dieci divisioni russe al confine con l’Ucraina tutti dicevano che non avrebbero invaso. Invece è quello che è accaduto. Putin sta dicendo che rivuole la vecchia sfera di influenza sovietica. Possiamo far finta che sia così. Scopriremo se è vero quando attaccherà l’Estonia. E comunque c’è una prova empirica: non si stanno fermando. Non possiamo inventarci un mondo che non c’è. Dobbiamo essere forti per scoraggiare il confronto diretto con la Russia. Aiutiamo gli ucraini esattamente per evitare di mandare truppe”.
In questo schema non rischiano di avvantaggiarsi solo le tigri asiatiche temute anche da Trump?
“Il Pacifico è tutto un altro film”.
E l’Occidente a cui si richiama la premier?
“L’Occidente non esiste più. Negli Usa si è creata situazione che va pericolosamente verso un’autocrazia oligarchica”.
Sono sempre stati isolazionisti a intermittenza.
“Magari fossero isolazionisti. Trump è fuori controllo. Considera il Canada uno stato federale, vuole la Groenlandia, rivuole Panama. Non sono tutte battute”.
Ma un’Europa senza America è davvero possibile?
“A Trump va detto che se mette dazi del 25% all’Europa noi tassiamo il fatturato delle big tech al 15%. Perché si fa così. Perché Trump e i suoi non possono essere recuperati a un rapporto con l’Europa, perché c’è un legame troppo forte con Putin. L’Europa è la terza potenza del mondo. Bisogna che lo diventi davvero e che faccia una politica di potenza”.