Mercoledì 2 Ottobre 2024
DEBORAH BONETTI
Politica

Quanto è costata la Brexit e perché il nuovo governo laburista vuole già riavvicinarsi alla Ue

Il referendum di otto anni fa ha messo in difficoltà l’economia del Paese, Starmer cercherà di cambiare rotta. Il primo passo è un’intesa su armi e intelligence, da offrire in cambio di alcune concessioni commerciali

Londra, 7 luglio 2024 – Appena due giorni al governo e già i laburisti stanno pensando a come riavvicinarsi all’Europa, dopo il devastante referendum sulla Brexit del 2016 che ha di fatto messo in ginocchio l’economia britannica. Una delle chiavi del rapprochement potrebbe essere un patto di sicurezza e difesa geopolitica che il Regno Unito vorrebbe stringere con la Ue. Lo scorso dicembre, Regno Unito, Giappone e Italia hanno firmato un importante trattato internazionale per sviluppare la futura classe di jet da combattimento stealth, i Tempest, che dovrebbero prendere il volo nel 2035 e sostituire gli attuali Typhoon, cari e ormai superati.

Sulla difesa e la sicurezza, la Gran Bretagna ha tanto da offrire, essendo vicinissima agli Stati Uniti (molto di più dell’Unione europea) e parte dei Five Eyes (i “cinque occhi”), ovvero l’alleanza di sorveglianza e intelligence internazionale che comprende Usa, Australia, Canada e Nuova Zelanda. Anche a livello di capacità belliche, la Gran Bretagna è meglio posizionata del resto dell’Europa ed è a capo del deterrente nucleare Trident; potrebbe offrire questo suo “jolly” in cambio di qualche concessione commerciale da parte della Ue, pur non toccando (almeno per ora) il mercato unico e l’unione doganale, tasti ancora troppo “caldi” per essere sfiorati.

Il nuovo ministro degli Esteri, David Lammy, ha detto proprio due giorni fa che "cercheremo ancora più sinergie con l’Europa . È importante avere una politica deterrente ancora più forte contro la Russia di Putin, minaccia sistemica per l’Occidente". Lammy è stato chiaro: "Per noi la sicurezza europea è l’obiettivo numero uno. Dall’Ucraina a Gaza e al Sahel c’è conflitto e instabilità ai confini dell’Europa che interessano ugualmente il continente e la Gran Bretagna. Ciononostante non c’è alcun patto di cooperazione sulla politica estera tra i nostri Paesi".

Lammy ha aggiunto che spera di trovare "nuove alleanze strategiche e nuovi patti di sicurezza" con la Ue e ci si aspetta già il primo con la Germania nel giro del prossimo mese. Lammy sarebbe interessato anche alla possibilità di entrare nel “Triangolo Weimar” con Germania, Francia e Polonia. Senz’altro con l’approdo di Keir Starmer a Downing Street, la leadership inglese è profondamente cambiata. Al tavolo ora ci sono i “remainers”, i pro-europei, che vedono la Ue con occhi completamente diversi da quelli xenofobi dei conservatori di destra.

E la nuova politica estera verrà subito messa a fuoco: già martedì prossimo Keir Starmer insieme con David Lammy e il nuovo ministro della Difesa James Healy, andrà a Washington per il vertice Nato del 9 luglio, mentre il 18 luglio ospiteranno l’Epc, ovvero il summit della European Political Community a Europa allargata, dove si attende anche l’intervento di Meloni, che dovrà prendere le misure del nuovo leader britannico post Sunak. Sarà l’occasione per Starmer di dimostrare il cambiamento sul quale ha puntato la sua intera campagna elettorale e di trovare alleanze per costruire un fronte anti-populismo in Europa, ma per ora nessuno parla di un riavvi cinamento più sostanziale alla Ue. Forse ci potrebbe essere qualche concessione sul movimento dei lavoratori, ma l’immigrazione è un tasto delicato per il Labour, soprattutto dopo che Starmer ha dichiarato proprio ieri che il piano di deportazione in Rwanda – fiore all’occhiello di Sunak – "è morto".