Sabato 22 Febbraio 2025
DAVID
Politica

Braccio teso dell’ex guru di Trump. Il delfino di Le Pen annulla il discorso. Il Pd: "Ora rinunci anche Meloni"

Washington, il gesto di Bannon alla convention della destra. Lui attacca: nessun saluto nazista, Bardella non è un uomo. Oggi è atteso l’intervento della premier italiana. Le opposizioni in pressing, solo i 5 Stelle restano in silenzio.

Steve Bannon, 71 anni, era considerato l’ideologo di Trump. Oggi non è più così influente

Steve Bannon, 71 anni, era considerato l’ideologo di Trump. Oggi non è più così influente

AllegrantiSteve Bannon e, prima ancora, Roberto Vannacci sono troppo persino per Jordan Bardella, che pure non è esattamente un rappresentante dell’avanguardia liberal-democratica. Il presidente del gruppo dei Patrioti per l’Europa al Parlamento Ue, di cui fa parte anche la Lega, non ha gradito il braccio teso del principe delle tenebre, Bannon, alla convention del Cpac (Conservative Political Action Conference) in corso a Washington. Al punto tale che ha deciso di abbandonare l’incontro: "Mentre non ero presente nella sala, uno dei relatori, si è permesso, per provocazione, un gesto facente riferimento all’ideologia nazista", ha detto Bardella, presidente di Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen. Da lì la "decisione immediata" di annullare l’intervento. I nazisti dell’Illinois, per dirla con i Blues Brothers, insomma, non piacciono nemmeno agli eredi diretti del Front National. Bannon, già stratega di primo piano di Donald Trump, non ha gradito la sortita del giovane leader francese, classe 1995, e in un video sul sito del settimanale Le Point, ha affermato che "Bardella "è un ragazzino, non è un uomo". "Se è così tanto timoroso e si fa la pipì addosso come un ragazzino, allora è indegno e non dirigerà mai la Francia". Per Bannon infatti "solo gli uomini o le donne autoritari possono dirigere la Francia". Quanto al gesto, ha precisato, è stato "un saluto con la mano come faccio sempre". Anche lui, insomma, salutava sempre.Non è una prima volta per Bardella. In precedenza lui e RN si sono scagliati contro l’ipotesi di nominare Vannacci vicepresidente dei Patrioti. Anche lui troppo estremista, con quelle sortite su omosessuali e migranti. E infatti puntualmente l’elezione del generale, eurodeputato con la Lega, è stata bloccata. Il dietrofront di Bardella non è una buona notizia per la destra italiana. Proprio oggi infatti interverrà alla convention di Washington, in collegamento, anche la premier Giorgia Meloni, che si trova nella posizione più delicata da quando è iniziata l’aggressione della Russia contro l’Ucraina: non può permettersi di rompere le relazioni con la nuova amministrazione Usa e deve trovare un equilibrio, dentro il governo, fra chi vorrebbe trasformarsi nella quinta colonna del trumpismo in Italia (citofonare Matteo Salvini) e chi ostinatamente pensa che l’Ucraina stia combattendo una battaglia di resistenza per la propria libertà. E non a caso Elly Schlein accusa la premier di essere "vassalla" di Trump. Mentre il M5s tace. Il caso Bannon, dunque, è solo la spia di un problema che riguarda anche la destra italiana. Sembra essere arrivato quel momento che molti stavano aspettando, visto che è sempre stata la politica estera il vero punto dirimente della tenuta della coalizione di Palazzo Chigi. Il momento delle scelte, insomma: con o contro gli autocrati?