MILANO, 14 DICEMBRE 2014 - SPLENDENTE come il verde della sua felpa, sorridente, in apparenza esente da nostalgie. Umberto Bossi non perde l’occasione di riprendersi la scena e si presenta, a sorpresa e in gran forma, alla Confcommercio di Milano dove il segretario della Lega Matteo Salvini ha organizzato un convegno su flat tax e aliquota unica. Inaspettatamente, quello che tutti chiamano ancora il capo, e che viene accolto dagli applausi della platea, lo incorona: «Matteo Salvini? È quello che ero io prima. In questo momento posso dire che è l’erede di Umberto Bossi».
Senatùr, ma se lo aspettava che Salvini avesse una simile ascesa di popolarità?
«Sinceramente no, non ci pensavo a un tale successo. Credo ancora che doveva e debba fare un po’ di esperienza, però è importante che vada avanti».
Ma può farcela il quarantenne Matteo, a diventare leader del centrodestra?
«Se ha coraggio può farcela».
Le è piaciuta la sua foto solo con la cravatta?
«Ah, quella nuda... (sorride)».
È un po’ quello che era lei una volta quando sfoggiava la mitica canottiera?
«No, è diverso. Le mie erano foto rubate. Qui lui ha posato, è stato convinto da un fotografo che gli ha detto “Falla questa foto, vedrai che ti serve...”. Mah, non so se gli servirà».
Che impressione ha avuto di questo convegno sulla fiscalità?
«Mi sembra tutto giusto. Io sui numeri non sono ferrato, ma so per certo che questo è un Paese difficile, sono state fatte tante leggi pericolose».
Qual è il problema peggiore che l’Italia deve affrontare in questo momento?
«Un grave problema è quello delle pensioni, perché sono collegate solo al Nord che paga le tasse. E questo non va bene, serve una fiscalità generale».
Riuscirà la Lega, magari di nuovo con una forte alleanza di centrodestra, a fare finalmente le agognate riforme?
«Certamente bisogna aprire al processo di riforme. L’importante però è che vada via Giorgio Napolitano dalla presidenza della Repubblica, perché con lui le riforme non si fanno. È stato proprio lui a fermare il processo di federalismo fiscale che la Lega voleva, quindi non può proprio adesso venirci a dire che è necessario fare le riforme».
Chi vedrebbe come successore di Napolitano nel 2015?
«Non so, non ci ho pensato... Credo che non mi dispiacerebbe un nome come quello di Giulio Tremonti, ma non so se Silvio Berlusconi sarebbe d’accordo, non ne abbiamo parlato».
Il segretario Salvini si appresta a lanciare una nuova Lega, aperta anche al Sud. Cosa ne pensa il presidente Bossi?
«Sono certo che a un certo punto anche Matteo Salvini dovrà fare più di una valutazione. Io resto convinto del fatto che il Nord non è più in grado di mantenere il Sud, quindi di riforme da fare ce ne sono moltissime. Come quella della flat tax appunto. Vedremo cosa Matteo sarà capace di fare, lasciamolo crescere...».
E certo Salvini, forte ora anche della benedizione di Bossi, che lui non ha mancato di salutare dal palco come fondatore della Lega, può proseguire nella sua ascesa politica, forte di un movimento unito alle spalle (in platea c’erano anche Maroni e Calderoli) e di un movimento d’opinione sempre più vasto e variegato.
di Rossella Minotti