Roma, 20 novembre 2022 - "Ho deciso di candidarmi alla segreteria del Partito democratico". Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, annuncia ufficialmente la sua discesa in campo alla guida dei dem. "E'' il momento di esserci, di impegnarsi, di partecipare. E di farlo insieme. Per il Pd. Per il Paese", dice in conferenza stampa da Campogalliano (Modena). "Mi è parso giusto dirlo prima di tutto a voi e dirlo qui - spiega -. Agli iscritti del mio circolo, ai compagni e alle compagne. Agli amici del mio Comune. Sono nato proprio qui e ci ho abitato fino a cinque anni", spiega Bonaccini parlando alla platea e puntualizzando che non smetterà di fare il governatore.
L'editoriale di Enrico Mentana: Bonaccini, una candidatura forte e credibile. Con due "ma"
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"Dopo la dura sconfitta del 25 settembre e la scelta di Enrico Letta di aprire il percorso congressuale, mi sono preso il tempo per ragionare e per capire se io possa essere utile al Pd - continua Bonaccini -. In queste settimane tantissimi mi hanno chiesto di candidarmi: iscritti ed elettori, sindaci e amministratori, donne e uomini che sono o erano nostri elettori. Persino diversi che non lo sono mai stati, ma che avrebbero voglia di guardare a noi con speranza, fossimo in grado di dargliela. Mi ha fatto molto piacere, ovviamente, anche se avverto il peso e la responsabilità di questa scelta". "Sento il peso - aggiunge il governatore - perché sono consapevole di come il Pd sia necessario per la stessa qualità democratica del Paese, rappresentando ideali e valori alternativi alle posizioni più conservatrici e alle derive populiste o sovraniste".
"Di una cosa sono sicuro: se, come credo, in gioco per la prima volta da quando è nato c'è la vita stessa del nostro partito, e non la mia candidatura o il mio destino personale (di quello chissenefrega), allora ne vale senz'altro la pena. Comunque vada", continua Bonaccini, spiegando che non chiederà né vorrà "il sostegno di qualsivoglia corrente". "Io - ribadisce in un altro passaggio della conferenza stampa - non mi sono mai iscritto ad una corrente e lo voglio dire ai più giovani: si vive benissimo lo stesso, direi anche meglio". "Credetemi, è anche l'unico modo per essere davvero una comunità. Altrimenti perché un volontario dovrebbe montare una Festa de l'Unita, fare volantinaggio o partecipare a una manifestazione?".
Per Bonaccini "anche la classe dirigente deve essere rinnovata", "se vogliamo che il cambiamento sia profondo e arrivi ai cittadini". "Cambiando però metodo, o se preferite tornando all'antico: non possiamo più permetterci di selezionare le classi dirigenti attraverso le correnti - insiste il neo candidato alla segreteria dem -. Né di organizzare il partito stesso e il suo funzionamento attraverso le correnti. Né di fare le candidature per correnti". E ancora: "A me ha fatto una certa impressione vedere tutti i dirigenti di primo piano del nostro partito candidati nei listini e mai nei collegi uninominali, dove i voti devi andarli a strappare uno a uno per vincere". "Ma se ci vado a mettere la faccia io, che abito a Campogalliano, e poi scopro che il dirigente nazionale che abita in quel territorio si è fatto candidare in un listino di un'altra regione, secondo voi siamo più o meno credibili?", domanda.
Nell'idea di Bonaccini il Pd deve "tornare a essere un partito da combattimento, capace di fare battaglie in Parlamento e nella società, con l'obiettivo di strappare voti anche agli avversari e di far tornare alla politica parte dei troppi che si sono astenuti". "Ho il massimo rispetto per le altre forze di opposizione, e una volta che avremo definito meglio la nostra identità ci occuperemo anche di alleanze. Ma non vogliamo delegare ai 5 Stelle di rappresentare loro da soli la sinistra, così come al Terzo Polo di rappresentare loro da soli i moderati", conclude.