Lunedì 13 Gennaio 2025
VALERIO BARONCINI
Politica

Bologna devastata, il sindaco: “Danneggiata la sinagoga. Qualcuno soffia sul fuoco”

L’ira di Lepore: non ci sono cause giuste per devastare una città, chiederemo i danni. “Togliere la bandiera della Palestina dal Comune? Chi lo chiede non conosce la nostra realtà”

Bologna, 13 gennaio 2025 – Sindaco Matteo Lepore, Bologna è stata messa a ferro e fuoco...

“Provo grande rabbia. Non ci sono cause giuste per devastare una città”.

Il corteo per Ramy è diventato altro: una rivolta. E alla fine i cittadini restano in mezzo: case danneggiate, vetrine distrutte, muri imbrattati.

“Piena condanna. Le indagini portino a individuare i responsabili: chiederemo i danni”.

Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, 44 anni, lo scorso maggio ha esposto la bandiera della Palestina dai balconi del Comune. A destra, i danni dopo la notte di proteste. Gli atti vandalici hanno anche interessato la sinagoga della città
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, 44 anni, lo scorso maggio ha esposto la bandiera della Palestina dai balconi del Comune. A destra, i danni dopo la notte di proteste. Gli atti vandalici hanno anche interessato la sinagoga della città

Dal 1977, forse, Bologna non assisteva a un ‘raid’ su così ampia scala: buona parte del centro è stata coinvolta.

“Come ha detto il questore, è stata una notte di violenza per la violenza. Senza alcuna manifestazione politica”.

Cioè?

“Non si è palesata una intenzione politica, è stata solo devastazione. Ringrazio le forze dell’ordine, anche perché hanno dovuto lavorare in condizioni complesse e pericolose, agendo con grande professionalità e senso del dovere. A loro vanno sostegno e gratitudine”.

Torniamo alla città: è stanca di violenze e criminalità.

“Siamo già al fianco di chi ha subito danni, dei commercianti, di chi ha subito imbrattamenti, dei privati. La polizia locale si è già mossa per mappare i danni e sostituire i cassonetti: una ventina quelli ribaltati o bruciati. Andremo avanti e non ci fermeremo finché i responsabili non saranno individuati”.

Perché tutto questo succede? Si assiste a una cesura tra collettivi e seconde e terze generazioni. Il problema è sociale?

“È un momento di grande tensione nel Paese, sia politica sia sociale: da oltre un anno siamo di fronte a manifestazioni di ogni colore che sfociano in violenza o atti gravi, da ultimo ricordo anche il corteo delle camicie nere. Che siano collettivi o Casapound o seconde generazioni, c’è una tensione molto forte. Il rischio più grosso che corriamo è che le istituzioni non siano unite”.

A che cosa si riferisce?

“È evidente che qualcuno soffia sul fuoco, strumentalizza e cerca di arruolare altri. Se le istituzioni non sono unite, si perde”.

Il vicepremier Matteo Salvini ha parlato di scene indegne da parte di “criminali rossi”.

“Ci sono indagini da svolgere, prima di mettere etichette. Di sicuro c’erano violenti e vanno condannati”.

La sinagoga di Bologna è stata danneggiata, lei ha dato solidarietà subito. Ma l’Unione delle Comunità ebraiche italiane con Noemi Di Segni e il presidente della Comunità ebraica di Bologna Daniele De Paz, che aveva disertato la Marcia della Pace, dicono che “non bastano espressioni di vicinanza del giorno dopo”.

“Sono rammaricato per queste parole fuori luogo. Il rapporto fra la città e la comunità ebraica è importante, non sia usato per finalità di natura politica o travisato. Dico no alle polemiche, no alla strumentalizzazione: io sono il primo ad avere dato solidarietà, io ho dato la notizia dei vandalismi alla sinagoga e denunciato e ripulito le scritte antisemite in tante vie della città”.

Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma, le chiede di rimuovere la bandiera palestinese dalla facciata del Comune.

“Non so chi sia, tanti intervengono su Bologna senza conoscere la nostra città: il nostro Comune è difensore dei diritti umani e della pace, siamo abbastanza forti per respingere le strumentalizzazioni”.

Da piazza San Francesco al Pratello tra bombe carte, cassonetti in fiamme e lanci di oggetti contro i poliziotti

All’orizzonte c’è il Giorno della Memoria. Preoccupato?

“Parleremo di tutto nel comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Il Giorno della Memoria è importante e quest’anno coincide con l’80° anniversario dalla fine della Seconda Guerra mondiale. Per questo andrò al campo di concentramento di Mauthausen a maggio con alcune scuole e i deportati, è importante ricordare insieme”.

Sicurezza: che cosa serve?

“Unione fra istituzioni, no a divisioni di parte; poi un lavoro fortissimo di prevenzione, sia di intelligence sia educativo”.

E i daspo?

“Ci sono già gli strumenti per perseguire chi commette reati dopo averne fatti altri. Serve un giusto processo, non una legge nuova. Faremo la nostra parte”.