Sabato 21 Dicembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Boccia-Sangiuliano. Il telefono dell’influencer mette in ansia il governo. Cresce l’ipotesi rimpasto

Nel mirino della Corte dei conti due trasferte dell’ex ministro con l’imprenditrice. La difesa di Piantedosi: "Gennaro è stato sicuramente vittima di un’imboscata".

Francesco Lollobrigida, 52 anni, ministro dell’Agricoltura dall’ottobre. 2022 e l’incontro, a Pompei, dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in vista del G7

Francesco Lollobrigida, 52 anni, ministro dell’Agricoltura dall’ottobre. 2022 e l’incontro, a Pompei, dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in vista del G7

Non la vuole tirare in ballo direttamente perché non sarebbe in grado di dimostrarne l’intervento "carte alla mano", ma quando Maria Rosaria Boccia chiede all’ex ministro Sangiuliano di "dire la verità" punta a un bersaglio preciso. Ovvero a far "confessare" all’ex titolare della Cultura il nome del "vero colpevole" della remissione improvvisa della sua nomina a consulente. Che non è ("né sarebbe mai potuta essere", si sostiene dentro FdI) la moglie dell’ex ministro bensì Arianna Meloni. La sorella della premier, secondo fonti parlamentari, avrebbe convinto Sangiuliano a ritirare la nomina di Boccia, ma nel contempo Boccia medesima potrebbe avere le prove di un’altra serie di "operazioni" e nomine concordate tra il ministro e la "sorella d’Italia". che non fanno dormire sonni tranquilli alla premier. Soprattutto dopo la scivolata del ministro Lollobrigida, che prima ha detto di non aver mai conosciuto Boccia, ma poi è stato smentito –, con tanto di date e incontri snocciolati dalla stessa imprenditrice in un post al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari –, mettendo in imbarazzo lo stretto entourage della premier.

La situazione resta esplosiva. A tal punto da far balenare nei corridoi di via della Scrofa la parola proibita: rimpasto. Si pensa, infatti, che dal cellulare di Boccia possano uscire altri segreti che possono mettere in difficoltà il governo. Ad esempio – è questo il nodo – eventuali registrazioni di conversazioni tra Sangiuliano e Arianna Meloni. Che potrebbero parlare non della nomina di Boccia, bensì di quella – andata a buon fine – di Fabio Tagliaferri in Ales, da tempo puntata dalle opposizioni e in particolare da Italia viva. Ieri Renzi ha chiesto conto della scelta, annunciando un’interrogazione parlamentare ("Dico che sul rapporto Tagliaferri-Ales-Sangiuliano-Meloni c’è ancora molto da approfondire. Voi che dite?").

Dentro FdI si punta, tuttavia, a "ribaltare" la narrazione di questa pruriginosa vicenda facendo passare sia la premier, sia la sorella Arianna come "vittime" di un "complotto mediatico" che non potrà che far aumentare i consensi nei loro confronti, addirittura una "valanga di consenso", negli auspici di Palazzo Chigi e via della Scrofa, che premierà le due sorelle. Ma sarà davvero così? I dubbi sono molti anche perchè l’aspetto giudiziario dei fatti continua a muoversi, incurante delle ricadute politiche. Ieri è stato reso noto che sono due le trasferte compiute dall’ex ministro Sangiuliano e da Maria Rosaria Boccia su cui la Corte dei Conti vuole vederci chiaro e che presto potrebbero finire sotto la lente della Guardia di Finanza appena questa avrà ricevuto la delega; nel mirino, i costi sostenuti dalle casse pubbliche per i viaggi della donna. Sangiuliano sostiene che "neanche un euro" di soldi pubblici è stato speso per la 41enne di Pompei, che invece afferma il contrario.

Sul fronte delle informazioni sul G7 della Cultura a Pompei condivise con Boccia è intervenuto poi il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Che, in prima battuta, ha difeso l’ex collega: "È stato vittima di un’imboscata". E di seguito: "Voglio essere chiaro una volta per tutte: gli eventi a cui lei fa riferimento non hanno mai, per nulla, inciso sulle dinamiche della predisposizione dei sistemi di sicurezza. È stata una delle grandi articolazioni un po’ fantasiose di quella vicenda", ha detto il titolare del Viminale. "I problemi di sicurezza del G7 di Napoli sono identici a quelli che possono esserci in un contesto come quello di Mirabella Eclano, nel senso che vanno create le opportune misure preventive", ha assicurato Piantedosi, al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica nel quale si è discusso dell’organizzazione del G7 degli Interni, in programma a inizio ottobre nel comune irpino. "Mai si è avuto timore – rimarca il ministro –. Non è successo nulla che potesse compromettere la cornice di sicurezza che sarà predisposta per l’occasione".