"Quando Vannacci avrà chiesto scusa a ebrei, femministe, omosessuali, neri e a tutti gli ‘anormali’ del mondo, avrà anche le mie scuse". Firmato: Pier Luigi Bersani. Risponde così l’ex segretario del Pd all’ex generale eurodeputato leghista, Roberto Vannacci, che prima dalle colonne di QN e poi alla Versiliana (dove torna a sparare sullo ius scholae: "Allora meglio non darla a nessuno la cittadinanza") lo chiama in causa, chiedendo le scuse per essere stato apostrofato come un genitale maschile.
Ma Bersani non ci sta. Intenzionato ad andare in giudizio, l’esponente del Pd non vuol fare da spalla all’ex generale, dando cioè sponda ai concetti e al lessico provocatori con cui Vannacci illustra quel "mondo al contrario" di cui si rammarica non senza successo di pubblico. Niente interviste su o contro l’eurodeputato del Carroccio, quindi. Anche se c’è da scommettere che Bersani non lesinerà qualcuna delle sue ficcanti metafore in occasione degli interventi di oggi alle feste dell’Unità di Reggio Emilia e Modena. Mentre dalla curva leghista il segretario Matteo Salvini assiste alla contesa contestando "l’arroganza tipica dei kompagni" all’esponente dem e presagendone la sconfitta in tribunale: "Paga Bersani, paga", sentenzia il vicepremier.
La querelle lessical-giudiziaria tra Vannacci e Bersani non accenna insomma a concludersi, anche per l’amplificazione mediatica che riscuote. "Sono disponibile a chiudere la vicenda da cui è scaturita la condanna dell’onorevole Bersani per diffamazione nei miei confronti se egli riterrà di formulare scuse pubbliche per il linguaggio utilizzato", sostiene l’eurodeputato. Affermando di non nutrire "alcuna ossessione personale" nei riguardi dell’ex segretario dem, ma che "da parte di un rappresentante delle istituzioni del suo livello, non è tollerabile l’uso di un linguaggio offensivo sul piano personale, che rischia di legittimare e incentivare violenze verbali estranee al dibattito civile".
La parolaccia in oggetto è quel "cogl...ne" con cui Bersani ha apostrofato Vannacci. Durante un dibattito alla Festa dell’Unità di Ravenna nel settembre 2023 Bersani aveva commentato il libro dell’ex generale con una lunga perifrasi in cui, dato il linguaggio utilizzato nel libro, si chiedeva se non fosse legittimo anche apostrofare il militare: "Se parlano da bar, dobbiamo parlare da bar anche noi. Quella non è critica al politicamente corretto, è arretramento della civiltà". La successiva querela ha determinato un decreto di condanna da parte della procura di Ravenna. Al quale Bersani ha deciso di opporsi per andare in giudizio: "Si vada pure a processo. Così capiremo finalmente se qualcuno, magari con le stellette, può definire anormale un altro essere umano senza per questo insultarlo".
Nel frattempo l’eurodeputato prosegue nella costruzione della propria associazione, che secondo alcuni potrebbe essere il nucleo embrionale di un partito prossimo venturo. "Noi con Vannacci" è insieme il nome e il programma politico dell’associazione, "sia che rimanga nella Lega sia che decida di fondare un suo partito", spiegano i suoi adepti.