Roma, 13 maggio 2018 - La decisione del tribunale di Milano che ha reso Berlusconi ricandidabile apre la possibilità a vari scenari, e alla verifica di quanto questo possa influire in termini di consenso a Forza Italia, nonché a rimettere in discussione la leadership del centrodestra, affidata a Salvini. C’è anche da capire come Berlusconi potrebbe sfruttare in tempi brevi la nuova possibilità di essere eletto e quindi misurarsi direttamente con le urne.
Al di là dell’eventualità di elezioni anticipate, il Cavaliere ha due strade da percorrere nell’arco di un anno: se un eletto di FI alle precedenti consultazioni del 4 marzo nel collegio uninominale si dovesse dimettere, la legge prevede che vengano indette nuove elezioni in quello stesso collegio, ecco che il leader azzurro potrebbe essere lui il candidato e, vincendo, ritornare al Senato o alla Camera. Altra opzione riguarda le prossime Europee di maggio 2019. Insomma, a breve, Berlusconi ritornerà sugli scranni istituzionali dai quali era stato buttato fuori. Quanto vale, dunque, la candidatura personale di Berlusconi nel mercato elettorale? C’è ancora possibilità di effettuare il sorpasso ai danni della Lega? Se si pensa a elezioni anticipate, la novità per gli elettori, rispetto al 4 marzo, non sarà la semplice candidatura di Berlusconi ma la concreta possibilità che se FI dovesse superare la Lega, e il centrodestra avere la maggioranza, Silvio potrebbe ritornare presidente del Consiglio. Questa è, dunque, la vera differenza con le elezioni di due mesi addietro. Secondo le stime dell’Istituto Noto Sondaggi, Berlusconi candidato per proporsi alla guida del Paese potrebbe valere circa il 5% aggiuntivo al quoziente elettorale raccolto da FI nelle precedenti politiche. Questo per il motivo che una parte dell’elettorato forzista ha scelto di votare la Lega, e in minima parte anche M5S, proprio per il fatto che la preferenza è ricaduta più sul leader che sarebbe potuto diventare premier (Salvini o Di Maio) che non sul marchio delle liste.
In questo scenario, quindi, il sorpasso sulla Lega potrebbe essere un’eventualità realizzabile, se però la partita in gioco diventi contemporaneamente la leadership del centrodestra e la poltrona di Palazzo Chigi. A tal proposito il 66% dell’ex elettorato forzista che ha votato la Lega sarebbe disposto a prendere in considerazione il voto a Forza Italia con la possibilità che Berlusconi possa diventare premier.
Proiettando invece il tutto alle elezioni europee l’aggregazione del consenso potrebbe essere minore. La partita in gioco sarebbe diversa e probabilmente la candidatura di Berlusconi per Strasburgo aggrega più un voto di ‘simpatia personale’ che non strettamente politico: quel +5% registrato per le elezioni politiche diventerebbe +3%. È innegabile, quindi, il valore aggiunto della candidatura di Berlusconi, ma non è ancora scontato come valorizzarlo. Se è vero che potrebbe incidere in un incremento del centrodestra unito che, in ipotetiche elezioni anticipate, avrebbe possibilità di conquistare la maggioranza assoluta dei parlamentari, c’è anche chi sussurra che se dovesse nascere un governo solido tra Lega e M5S si potrebbe creare un «partito unico di opposizione» che unisce le aree più moderate del centrosinistra con quelle del centrodestra. Ma questa è un’altra storia.