Mercoledì 18 Dicembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Mastella: “Berlusconi? Un innovatore. Quando ci cantò l’inno di Forza Italia lo guardammo come un pazzo”

L’ex ministro del Cav: “A volte si dimenticava delle promesse che faceva. Ma con gli amici era speciale. Nel 2011 fece male a dimettersi”

Silvio Berlusconi con Clemente Mastella e la moglie Sandra Lonardo nel 2007

Milano, 12 giugno 2023 – Clemente Mastella, chi era per lei Silvio Berlusconi?

“Sono stato anche un suo ministro, a lui mi legava un affetto personale, ma è innegabile che Berlusconi sia oggi nel Pantheon della politica italiana come innovatore politico di grandissimo livello. Quando ho appreso la notizia sono rimasto sconcertato, ma d’altra parte questo suo andirivieni dall’ospedale non faceva presagire nulla di buono e d’altra parte era altrettanto sorprendente il fatto che continuasse a fare le cose che faceva nonostante la malattia”

Qual è stato, a suo parere, il principale pregio e quale, invece, il principale difetto di Berlusconi?

“Berlusconi è stato un innovatore sotto molteplici aspetti e io e Casini ce ne siamo resi conto quasi subito, anche se all’inizio avevamo non poche perplessità su quello che ci diceva e su come voleva affrontare la politica, ma alla fine ci siamo resi conto che aveva ragione lui…le racconto un episodio…”

Prego.

“Andammo ad Arcore, io Casini e D’Onofrio e ricordo che quando arrivammo a Linate, per raggiungere la casa del cavaliere abbiamo fatto un’ora di taxi che ci costo 100 mila lire, le pagai io, ecco perché me lo ricordo…arrivati a casa di Berlusconi abbiamo aspettato tre ore prima di riuscire ad incontrarlo, ma d’altra parte era stato anche il giorno dell’arresto del fratello Paolo e quindi pensavamo che questa nostra avventura politica sarebbe finita ancora prima di cominciare, invece lui fu molto carino, ci fece restare a cena e dopo cena si mise al pianoforte e cominciò a intonare l’inno di Forza Italia.. era la prima volta che lo sentivamo e lo guardavamo come se fosse un marziano…venivamo tutti dalla Dc, da un partito vecchio che mai aveva immaginato di parlare di sondaggi, di slogan, di ‘inni moderni’…”

Non mi ha detto quale secondo lei era il difetto di Berlusconi…

“Mah, credo che talvolta si dimenticasse delle promesse che faceva, ma per gli amici aveva un affetto e un rapporto davvero particolare, comunque, riusciva a mantenere delle relazioni con le persone davvero speciali, una qualità che gli ho sempre invidiato un po’”.

Berlusconi ha fatto tanti passi falsi nella sua vita, ma quale è stato, secondo lei, il suo errore politico più grande?

“Forse l’essersi dimesso senza essere stato sfiduciato dal Parlamento (nel 2011, ndr) ma questo è stato il momento in cui è stato dimostrato quanto l’Europa può essere anche matrigna, quanto uno spread alto possa pregiudicare la prosecuzione di un governo, un episodio su cui anche la Meloni, a mio giudizio, dovrebbe riflettere”

Abbiamo detto, Berlusconi l’innovatore…

“Noi ex democristiani lo guardavamo come un pazzo all’inizio, uno che veniva da noi a spiegarci come usare il marketing, la pubblicità, ma anche i sondaggi, per capire cosa voleva l’elettorato. Noi non avevamo mai fatto politica così, ma lui è stato il più americano dei politici italiani, quello che ha cambiato totalmente il modo di concepire il rapporto con l’elettorato”

Politicamente, secondo lei quale sarà l’eredità politica di Berlusconi…

“Non credo che all’inizio ci saranno grandi problemi dentro Forza Italia ma è indubbio che dopo una prima fase di assestamento, andrà ripensato il ruolo del partito. Io credo che un grande campo centrale possa essere lo spazio della vera eredità politica di Berlusconi”

E chi, invece, potrà prendere le redini di questo nuovo ‘campo’ politico? Renzi forse?

“Non credo che Renzi possa essere riconosciuto da Forza Italia o da chi punta al centro come un leader di area. Penso piuttosto alla Meloni e all’idea di creare un grande partito conservatore italiano, un PPE italiano che guardi al PPE europeo come casa madre. D’altra parte, questo ha voluto fare Berlusconi con il Pdl. Certo, però, la Meloni dovrà prima togliersi di dosso tanti filamenti del passato, altrimenti l’operazione potrebbe non funzionare. E sarebbe un peccato”.