Roma, 18 ottobre 2019 - Proposta reale o semplice provocazione? Sicuramente è destinata a far discutere l'idea di Beppe Grillo di togliere il diritto di voto agli anziani. Sul suo blog il fondatore del M5s torna sull'ipotesi di far esprimere attraverso le urne anche i sedicenni per una riflessione più ampia. "Se un 15enne non può prendere una decisione per il proprio futuro, perché può farlo chi questo futuro non lo vedrà?". Il comico genovese riporta una citazione di Douglas J. Stewart nel testo del 1970 'Disfranchise the Old': "Ci sono semplicemente troppi elettori anziani e il loro numero sta crescendo. Il voto non dovrebbe essere un privilegio perpetuo, ma una partecipazione al continuo destino della comunità politica, sia nei suoi benefici che nei suoi rischi".
"In un mondo sempre più anziano, esperti, studiosi e politici - sottolinea Grillo - propongono di abbassare l'età del voto (così come proposi anni fa) ma cosa dovrebbero fare le democrazie quando gli interessi degli anziani sembrano essere in contrasto con gli interessi delle giovani generazioni? Una proposta, già ampiamente discussa dal filosofo ed economista belga, Philippe Van Parijs - nonché tra i più grandi sostenitori del reddito universale - potrebbe essere quella di privare il diritto di voto agli anziani, ovvero eliminare il diritto di voto ad una certa età (oppure dare ai genitori voti per procura per ciascuno dei loro figli a carico). E' questa la teoria per una democrazia più efficace quale garanzia di giustizia sociale del professor Van Parijs, in un articolo della rivista accademica Philosophy and Public Affairs, che ai più potrà sembrare drastica, ingiusta e insensata".
"L'idea - continua Grillo sul suo blog - nasce dal presupposto che una volta raggiunta una certa età, i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche. In tal caso, i loro voti dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale. Gli elettori sono, in larga misura, guidati dal proprio interesse personale, e l'affluenza relativamente bassa degli elettori più giovani può essere in parte causata dal sentirsi alienati da un sistema politico gestito da persone che non considerano della loro stessa natura".
Il fondatore dei 5 Stelle cita quindi i dati dell'Istat per spiegare che in Italia "le persone che hanno più di 65 anni, vicine all'età della pensione, o che hanno già smesso di lavorare, sono oggi oltre 13 milioni e mezzo. La classe più numerosa è quella di coloro che hanno tra i 65 e i 69 anni, ma ci sono anche 17.630 centenari". E ancora: "Sempre i dati ci dicono che gli anziani non amano particolarmente il progresso, scelgono risultati più 'vicini' al loro stile di vita". E giù una serie di esempi e numeri per concludere che "questi dati dimostrano senza ombra di dubbio che le decisioni prese dalle generazioni più anziane influenzano gli interessi delle generazioni più giovani e non ancora nate".
Secondo Grillo inoltre privare il diritto al voto dei cittadini più anziani non sarebbe discriminatorio. "Affinché vi sia discriminazione vi deve essere un trattamento diverso tra due o più gruppi/identità basato su alcune caratteristiche arbitrarie. In questo caso, le politiche differenziate per età non dividono la popolazione in due o più gruppi, poiché tutti, alla fine, diventiamo anziani. Quindi non c'è ingiustizia. Gli anziani non sono un gruppo che può essere discriminato, come per sesso, etnie, o scelte sessuali, tutti diventiamo ugualmente anziani. Pertanto, una regola che tratta gli anziani in modo diverso dal resto della popolazione, influenzerà tutti allo stesso modo. Con un preavviso sull'attuazione di 5 anni, ad esempio, anche gli anziani di oggi non si sentirebbero messi in castigo".
"Il principio fondamentale alla base della proposta di privare il diritto agli anziani, come affermato dal filosofo Philippe Van Parijs, è che 'le persone dovrebbero avere il potere di influenzare le decisioni in proporzione alla misura in cui sono suscettibili di sostenere le conseguenze di tali decisioni'. Le generazioni non nate sono, sfortunatamente, incapaci di influenzare le decisioni che prendiamo qui ed ora. Tuttavia, possiamo migliorare il loro destino spostando il potere decisionale verso chi tra noi dovrà interagire con loro. Il dibattito è aperto", conclude quindi Grillo.
CONTE - Una proposta che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, liquida però con una battuta. "Non l'ho letto, ma voglio dire: facciamo dei sondaggi, vediamo qual è il voto e poi decidiamo, va", dice il premier da Bruxelles sollecitato dai cronisti sull'argomento.
SALVINI - Matteo Salvini affida invece il suo laconico commento a Facebook. "Grillo: 'Togliete il diritto di voto agli anziani'. A me sembra da ricovero", scrive il leader della Lega.
MELONI - Più dura invece Giorgia Meloni. "Grillo non è un cittadino qualsiasi, ma è il capo del partito di maggioranza relativa del Parlamento e il principale azionista del governo. Non è tollerabile liquidare la sua proposta di togliere il diritto di voto agli anziani come il delirio di un folle o la battuta di un comico - dice -. Siamo davanti a una posizione politica e come tale deve essere considerata. Fratelli d'Italia chiede al presidente della Repubblica Mattarella, in qualità di garante della nostra Costituzione, di intervenire in maniera netta contro una proposta che mette in discussione il suffragio universale, ovvero il presupposto della democrazia. E mi aspetto una presa di posizione ufficiale anche dal presidente del Consiglio Conte, dal ministro degli Esteri Di Maio e da tutto il M5S. Chi rimane in silenzio è d'accordo con Grillo".