Mercoledì 21 Agosto 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Politica

Beppe Grillo, la scomunica: "Nome e simbolo non si toccano" Conte: “Non decidi tu”

Il comico attacca anche sulla regola dei due mandati: "È nel nostro Dna". La replica dell’ex premier: “Si discute di tutto, anche io mi faccio da parte”

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Il presidente del M5S, Giuseppe Conte (S) affiancato da Beppe Grillo durante la manifestazione organizzata dal Movimento 5 Stelle contro il lavoro precario Basta Vite Precarie

Roma, 20 agosto 2024 – Tanto per essere chiari è firmato "Beppe Grillo - Garante e custode dei valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle". E in effetti sembra proprio una scomunica politica il post sul blog con cui il co-fondatore del M5s boccia preventivamente le ipotesi di cambiare nome, simbolo e regola dei due mandati. Ovvero tre dei temi che invece i grillini e Giuseppe Conte volevano discutere nell’Assemblea costituente convocata per il 4 ottobre. Grillo e Conte litigano dallo scorso giugno, ovvero da quando il presidente del M5s ha annunciato l’inizio del cosiddetto processo costituente che porterà gli iscritti a votare le nuove regole del MoVimento. Il Garante ha chiesto in più occasioni un confronto preventivo, sempre negato dall’ex premier. Ecco perché si rivolge agli iscritti.

Nome e simbolo del M5s

"Il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato" sono "tre nostri pilastri" e non sono "in nessun modo negoziabili. Sono il cuore pulsante del MoVimento 5 Stelle, il nostro faro nella tempesta. Cambiarli significherebbe tradire la fiducia di chi ha creduto in noi, di chi ha lottato con noi, di chi ha visto nel MoVimento l’unica speranza di cambiamento reale", scrive Grillo. Che d’altro canto è attualmente il proprietario del nome e del simbolo dei grillini, come ha attestato il tribunale di Genova. Oltre a percepire 300mila euro come consulenza per la comunicazione dai gruppi parlamentari. E se il M5s decidesse davvero di cambiare nome e simbolo Grillo potrebbe a quel punto perderne il possesso.

I due mandati

Ma Beppe chiude anche a qualsiasi ipotesi di deroga alla regola dei due mandati. Anche quella, come simbolo e nome, "fa parte del nostro Dna". "È un principio che ci distingue, che ci ha resi unici, che ci rende liberi dal potere e dalle sue tentazioni. È la garanzia che il MoVimento rimarrà sempre fedele al suo spirito originario: servire i cittadini e non il potere", aggiunge. Ed è facile capire con chi ce l’ha: ovvero con quel nutrito gruppo di ex eletti del M5s che dopo due legislature si è trovato fuori dai giochi. Come l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, oggi presidente del Comitato di Garanzia del Movimento 5 Stelle, che a giugno in un’intervista a Qn aveva detto di "rispettare" la regola dei due mandati, sottintendendo che però non la condivideva. E che oggi sarebbe tra quelli che vogliono cambiarla.

Toninelli e Conte

Non la pensa così invece Danilo Toninelli, attuale membro del collegio dei probiviri, che sui social si schiera con Beppe: "Parole sante! Al M5s serve solo un ritorno al futuro, non un ritorno al passato, cioè una trasformazione anche formale in un partito come tutti gli altri".

E Conte? Per ora tace. Ma poco più di una settimana fa sulla regola dei due mandati aveva detto in un’intervista a La Stampa : "Non intendo condizionare un esperimento così radicale di democrazia partecipativa anticipando mie posizioni su singole questioni". Ovvero proprio quello che ha fatto Grillo.