Venerdì 22 Novembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Benifei (Socialisti europei). “La coalizione non cambia: vigileremo sul programma”

L’europarlamentare Pd: abbiamo ribadito il nostro no all’ingresso di Ecr. E i popolari hanno firmato con noi un impegno vincolante sui contenuti

Roma, 22 novembre 2024 – II 13 novembre scorso Brando Benifei era il più netto tra gli europarlamentari del Pd a escludere che Raffaele Fitto potesse diventare vicepresidente della Commissione con il sostegno del gruppo S&D: “Ursula von der Leyen ci ascolti, o rischia di perdere molti voti”, scriveva su Facebook.

Brando Benifei, 38 anni, milanese, europarlamentare dem al secondo mandato
Brando Benifei, 38 anni, milanese, europarlamentare dem al secondo mandato

Come mai avete cambiato idea?

“Non abbiamo cambiato idea, tanto è vero che ieri, assieme all’okay al pacchetto di commissari, abbiamo allegato alla lettera di missione di Fitto una nota sottoscritta pure dai liberali in cui ribadiamo che siamo dispiaciuti per la scelta di von der Leyen di affidare all’esponente di Ecr la posizione di vicepresidente, ricordiamo che i commissari devono agire in maniera autonoma dai propri governi nazionali e che si devono impegnare ad applicare il meccanismo di condizionalità dello stato di diritto”.

Sì, ma la sostanza è che avete dato il via libera a Fitto.

“Solo se la prossima settimana in plenaria la presidente von der Leyen chiarirà che il programma della Commissione è restato quello su cui lei aveva avuto il nostro voto a luglio, dando quindi una risposta alla nostra preoccupazione che è sempre stata politica e non legata al nome di Fitto in quanto tale o a polemiche italiane”.

Vuol dire che potreste non votare la Commissione la prossima settimana?

“Per noi sarebbe auspicabile votarla. E proprio per raggiungere questo traguardo abbiamo firmato un documento con i popolari e i liberali che ricalca il programma su cui von der Leyen ha avuto il disco verde in estate: nessun passo indietro sul Green Deal, non si riapriranno le leggi approvate nella scorsa legislatura, continua l’impegno per riformare i Trattati Ue. Ripeto, non è una questione personale nei confronti di Fitto: siamo pronti a lavorare con lui, come è giusto che sia. Noi poniamo un problema politico: la Commissione non si deve spostare a destra”.

Ma se i Verdi non votano la Commissione mentre FdI la vota, il cambio di maggioranza c’è già.

“Prima di tutto bisogna vedere se i Verdi non voteranno la prossima settimana”.

Mercoledì hanno votato contro Fitto assieme alla Sinistra.

“Sul voto in aula non hanno ancora deciso. A differenza della destra italiana che, quando è stato nominato commissario Paolo Gentiloni nella scorsa legislatura, per bocca di Meloni e dello stesso Fitto ha parlato di “vergognoso scambio di poltrone tra M5s e Pd“, noi come i Verdi vogliamo restare nel campo politico. Aspettare cioè che von der Leyen faccia chiarezza”.

Malgrado il voto a favore i conservatori non fanno parte della maggioranza?

“Assolutamente no, il loro voto deve essere solo aggiuntivo. Se Ecr entrasse in maggioranza vorrebbe dire o che i conservatori hanno cambiato il loro programma politico o che la Commissione europea gli ha dato motivo di pensare di poter influenzare il suo programma. Nessuna delle due ipotesi mi pare realista”.

Eppure, in questi mesi il Ppe si è trovato molto spesso d’accordo con la destra. Non è questo il vero problema?

“Sì, ma il documento che i popolari hanno firmato mercoledì con noi e i liberali chiarisce bene i confini che von der Leyen e lo stesso Ppe non possono oltrepassare. I popolari hanno firmato un impegno vincolante. Ciò che è accaduto la scorsa settimana sulla deforestazione, quando ci hanno teso un agguato insieme ad Ecr, non deve accadere più. Ora la palla passa a von der Leyen. Spetta a lei dire parole definitive il 27 novembre”.

Insomma, come sostiene la vostra capogruppo Iratxe Garcia

Perez, l’intesa Ue è una vittoria per S&D?

“È indiscutibilmente un successo il fatto che, pur avendo pochi governi socialisti in Europa e un peso limitato, portiamo a casa due vicepresidenti e deleghe importanti come la concorrenza, la supervisione sulla transizione ecologica, il diritto alla casa, il lavoro, le questioni sociali e le politiche giovanili. Il tema della direzione politica resta aperto: vedremo cosa succederà in plenaria”.