Venerdì 15 Novembre 2024

Battisti, Salvini: "Francia restituisca terroristi". L'irritazione di Parigi

Il ministro Loiseau: "Se ha fascicoli, ce li dia". Chi sono i latitanti all'estero

Matteo Salvini (Ansa)

Matteo Salvini (Ansa)

Roma, 16 gennaio 2019 - Salvini batte il ferro finché è caldo e subito dopo il rientro in Italia di Cesare Battisti, rilancia la caccia ai terroristi latitanti all'estero, "di ogni colore politico, bianco, rosso, verde". "Se qualcuno protegge i terroristi, faccia il piacere di restituirli all'Italia - diceva ieri -. Saremo convincenti e otterremo la galera in Italia per gli assassini che se la godono altrove". Il messaggio è diretto in primis a Macron. "Il presidente francese restituisca all'Italia e alla giustizia italiana quelli che hanno ammazzato degli innocenti, perché non finiscano a bersi champagne sotto la Torre Eiffel, ma che finiscano in galera come è giusto che sia". 

Oggi il vicepremier rincara la dose: "Abbiamo forze dell'ordine e intelligence al lavoro non solo in Francia, ma anche in Sud America, quindi se diciamo qualcosa lo facciamo con cognizione di causa: speriamo in una collaborazione attiva e leale da parte dei governi affinché dopo trenta e quaranta anni restituiscano alle patrie galere italiane, dei delinquenti che se la stanno spassando all'estero. Questo è documentato". 

Dalla Francia trapela una certa irritazione. "Se Matteo Salvini ha dei fascicoli" su latitanti italiani in Francia "ce li dia e saranno esaminati dalla giustizia, caso per caso. Ovviamente con uno spirito di responsabilità e tenendo sempre a mente quanto sono stati dolorosi per l'Italia gli anni di piombo", commenta la ministra per gli Affari europei, Nathalie Loiseau

Cesare Battisti: "E' tutto finito, sono malato e sono cambiato"

CHI SONO I CONDANNATI ALL'ESTERO - Salvini ha affermato che l'Italia "sta lavorando su altre decine di terroristi: su alcuni abbiamo già riscontri positivi". Il caso probabilmente più eclatante è quello di Alessio Casimirri, ex br, condannato all'ergastolo per la strage di via Fani costata la vita ad Aldo Moro e agli uomini della scorta: vive da anni in Nicaragua, dove gestisce un ristorante di pesce. A Managua trovò rifugio anche Manlio Grillo, ex di Potere Operaio, condannato per il rogo di Primavalle insieme con Achille Lollo, scappato invece in Brasile: la loro condanna a 18 anni è caduta in prescrizione.

In Sud America, forse in Perù, fuggì anni fa il militante di Prima Linea Oscar Tagliaferri, anche lui ricercato per omicidio e rapina ma la 'colonia' piu' nutrita resta sicuramente quella accolta in Francia, sotto l'ombrello protettivo della "dottrina Mitterrand". Ne fanno parte, tra gli altri, Giorgio Pietrostefani, fondatore con Adriano Sofri, di Lotta Continua, condannato a 22 anni per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi; Sergio Tornaghi, della colonna milanese, Walter Alasia, condannato all'ergastolo per partecipazione a banda armata; Marina Petrella, br accusata di concorso nell' omicidio di un agente; Enrico Villimburgo, condannato all'ergastolo nel processo Moro ter.

Oltralpe hanno trovato accoglienza anche due altre brigatisti di spicco come Simonetta Giorgeri e Carla Vendetti, della colonna toscana, condannate nel processo Moro ter. Un altro componente del commando entrato in azione in via Fani; Alvaro Lojacono, accusato anche dell'uccisione di un giudice, è diventato invece cittadino svizzero. Tra i nomi di destra spicca quello di Delfo Zorzi, ex Ordine nuovo, assolto dalle accuse in relazione alle stragi di piazza Fontana a Milano e di piazza della Loggia a Brescia. Vive in Giappone, con un nome nuovo.