Bari, 23 agosto 2024 – Sembra che un asteroide sia precipitato sulla sala consiliare ‘Dalfino’ con le volte affrescate dal pittore Mario Prayer. In un turbinio distruttivo, il campo largo, presentato solo tre giorni prima dal sindaco Vito Leccese, costruito dopo una lunga e paziente concertazione, si è sbriciolato come un cracker. Colpa dei maldipancia interni ai Cinquestelle baresi sui quali è iniziato a soffiare il venticello romano delle divisioni tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Loro non lo confermeranno mai, ma la conta interna ormai è quotidiana e gli sgambetti tra grillini e contiani non mancano.
Andiamo con ordine per permettere a tutti di capire lo tsunami che si è abbattuto sul povero sindaco, già alle prese con la commissione d’accesso voluta dal ministro Piantedosi e al quale non è bastata un’elezione plebiscitaria al secondo turno. Il 19 agosto Leccese presenta la giunta e pur di favorire il campo largo con il M5s, battuto al primo turno, ufficializza la nomina a vicesindaco di Giovanna ‘Genny’ Iacovone, nome indicato da Michele Laforgia, candidato di M5s-Avs dopo che Conte aveva fatto saltare i gazebo del centrosinistra allargato in seguito agli arresti e alle accuse di corruzione e brogli elettorali che avevano investito Regione e Comune. Una nomina che Leccese aveva presentato come indipendente, facendo ingoiare un rospo al Pd. Per il M5s anche l’incarico per un altro assessore, l’esterno Raffaele Diomede, tanto che il coordinatore provinciale dei cinquestelle Raimondo Innamorato parlava di "risultato storico". Passano neppure 48 e tutto va a monte, il campo largo di Bari affonda al primo consiglio comunale.
A rompere il metodico e lunghissimo lavoro di cucitura del sindaco, ci pensa Antonello Delle Fontane, capogruppo del Movimento 5 Stelle. Il numero uno pentastellato bersaglia l’alleanza come neppure avrebbe fatto un consigliere di opposizione. Parla prima di "disconoscimento di Diomede" e poi annuncia l’"appoggio esterno". È una faida tutta interna al M5s, tra gruppo provinciale e cittadino. Delle Fontane non ha peli sulla lingua e parla di "dinamiche che stanno minando il Movimento". Leccese fa trapelare che il nome dell’assessore esterno gli sarebbe stato fatto da Paola Taverna, oggi vicepresidente del M5s. Un tempo vicina a Grillo, l’ex senatrice sembra aver cambiato simpatie dopo il "niet" del fondatore alla deroga dei mandati che l’ha costretta al pensionamento. Uno sbriciolamento del campo largo che determina il primo flop con la mancata elezione del presidente del Consiglio comunale di Bari, rinviato alla prossima seduta. Ma è evidente che la navigazione per il sindaco non sarà tranquilla con il M5s che va per conto proprio, più interessato al braccio di ferro tra Grillo e Conte che al destino di Leccese.