Lunedì 15 Luglio 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Barelli (Forza Italia): "La lezione di Parigi, ai conservatori serve l’ala moderata"

Il capogruppo azzurro alla Camera: nella Ue ora c’è un’Italia più forte dei cugini d’Oltralpe "Faremo pesare il nostro ruolo all’interno del Ppe nel sostegno a Ursula von der Leyen".

Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, si aspettava il risultato francese?

"Tutti gli osservatori indicavano Marine Le Pen stravincente, ma io ero più prudente. Il secondo turno spesso regala sorprese, specie in Francia. È stato confermato ciò che era già capitato in passato e noi sosteniamo da tempo: il centrodestra è vincente solo se poggia su un solido pilastro moderato e di centro. Una offerta politica troppo sbilanciata a destra, al contrario, provoca la polarizzazione degli avversari, che si uniscono tra diversi per sconfiggere il nemico".

Ora la sfida è trovare una maggioranza che possa governare la Francia. La sinistra ha già alzato la posta, secondo lei avrebbe un senso un premier di area Melenchon? Oppure che altra alternativa intravede?

"Ogni Paese fa storia a sé e io ho rispetto della democrazia francese: chiunque guidi il governo, sorretto da una coalizione inevitabilmente eterogenea, per noi sarà un importante interlocutore in Europa. Una cosa è certa: il governo italiano, quello di cui siamo parte determinante, che ha avuto una forte legittimazione alle elezioni politiche, che è uscito rafforzato anche da questo passaggio delle Europee, è e sarà considerato più forte di quello nuovo eletto in Francia".

Crede sia finito il riformismo di Macron, oppure il presidente, con questo voto ha ripreso fiato?

"La sua scommessa ha impedito che Le Pen conquistasse la maggioranza in Parlamento, ne ha fermato – forse per sempre – la corsa a guidare il governo del suo Paese. Sembrava impossibile, ha rischiato e ci è riuscito. Ora dovrà trovare un nuovo equilibrio politico con una sinistra estrema che certo non sarà facile".

La Gran Bretagna ha votato a sinistra, la Francia pure, che segnale arriva sull’Europa?

"Il segnale per l’Italia, che è quello che mi interessa di più, è che gli italiani apprezzano i partiti che compongono questa maggioranza, che sostengono il governo guidato dal Giorgia Meloni. Tutti i partiti di centrodestra hanno guadagnato voti, noi di Forza Italia più di tutti. Io sono convinto che, continuando il nostro lavoro in Parlamento e dentro l’esecutivo, confermeremo questo risultato che ci ha attribuito il successo elettorale. La sinistra italiana sta cambiando, ma non ha guadagnato voti: è stata oggetto di travasi interni che, purtroppo per i moderati del Pd, ne hanno spostato il baricentro ancora più sulle estreme".

Siamo vicini anche al voto per la nuova commissione Europea; che lezione bisogna trarre, a suo parere, da quanto accaduto in questi due Paesi?

"Noi siamo parte integrante del Ppe, di cui Antonio Tajani è uno dei vicepresidenti storici, e abbiamo da sempre una linea chiara e una sola candidata: Ursula Von Der Leyen. Siamo convinti che avrà i voti per restare dove si trova e noi saremo in maggioranza per aiutarla a fare politiche ancora più efficaci, confinando al passato la deriva ambientalista ideologica che tanta preoccupazione ha creato alle nostre aziende e ai cittadini".

Il centrodestra italiano cosa legge in questi risultati?

"La centralità di FI, del nostro ruolo politico. Conclusa malissimo l’esperienza del terzo polo, siamo l’unica proposta di centro capace di contaminare con le nostre idee moderate e popolari la coalizione di centrodestra, a renderla attrattiva anche per chi non si è mai sentito di destra".