Onorevole Paolo Barelli, presidente del gruppo di Forza Italia a Montecitorio, perché è così importante la separazione delle carriere?
"Perché la cronaca degli ultimi trent’anni, che potremmo definire storia recente, dimostra che questo intervento è necessario per poter garantire ai cittadini un giudice che sia davvero terzo e imparziale e restituire ruolo e centralità alla difesa che deve essere messa sullo stesso piano dell’accusa. Ciò contribuirà a rendere onore anche alla stragrande maggioranza di magistrati che quotidianamente esercita la propria funzione al servizio dei cittadini, senza quei condizionamenti, frutto di logiche correntizie, che hanno pregiudicato la stessa credibilità dell’ordine giudiziario".
L’opposizione: la riforma porterà alla sottomissione della magistratura al potere politico. Come rispondete?
"Chi fa questa affermazione è in evidente malafede o dimostra di non aver letto il testo della riforma che, espressamente, esalta i principi di autonomia e indipendenza della magistratura sia giudicante che requirente".
Anche il ministro Nordio l’ha detto. Ma il sospetto rimane...
"Si consideri che anche una parte dell’opposizione ha votato la riforma, segno del riconoscimento della bontà della nostra proposta che trova i suoi precursori nelle battaglie di uomini di sinistra come Giuliano Vassalli, il leader radicale Marco Pannella e autentici eroi della magistratura come Giovanni Falcone. Questa riforma è altresì il frutto di battaglie di Forza Italia e del nostro presidente Silvio Berlusconi, che ha sempre lottato per una giustizia giusta a tutela dei cittadini e del giusto processo. Grazie ad Antonio Tajani abbiamo oggi reso possibile un passaggio storico e sono certo che il nostro presidente si compiacerà di questo risultato".
Perché non dare prima piena attuazione alle riforme Cartabia per dare efficienza alla giustizia?
"Va dato atto che le riforme Cartabia hanno messo un freno alla furia giustizialista del precedente ministro della Giustizia grillino, ma non hanno toccato gli aspetti strutturali e ordinamentali del sistema giustizia. Proseguiremo con altre importanti riforme quali la tanto attesa modifica della legge Severino per restituire serenità ed efficienza al ruolo degli amministratori e dei pubblici funzionari".
Ma alla fine non temete che al momento del referendum sulla giustizia si mobiliti solo l’elettorato di centrosinistra, come già in passato, vanificando la riforma?
"Onestamente non credo: tutti i sondaggi dicono che questa riforma è molto popolare e che tutti i cittadini, anche quelli che hanno la fortuna di non avere mai incrociato la giustizia sulla loro strada, sono favorevoli ad una riforma che aumenti le garanzie per tutti, senza ovviamente frenare o interferire con l’iniziativa della magistratura che deve garantire, sempre e ancora di più, a tutti la certezza della pena".