Martedì 26 Novembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Caso Unicredit-Bpm, Barelli (FI): "Nessun allarme. E’ libero mercato"

Il presidente dei deputati azzurri: il sistema è sano "Mps? Giusto che lo Stato esca dall’azionariato".

Roma, 27 novembre 2024 – Come se non bastassero i mille fronti aperti, nello scontro tra Lega e Forza Italia ci si sono messe pure le banche. In nome del terzo polo bancario, Salvini mira a bloccare l’eventuale accordo Unicredit-Banco Bpm. Forza Italia, sostenitrice della libertà del mercato, è schieratissima sul campo opposto.

Barelli (FI): "Nessun allarme: è libero mercato"
Paolo Barelli

Paolo Barelli, presidente dei deputati azzurri, Unicredit ha preso in contropiede il governo: il terzo polo bancario rischia di tramontare come teme il leader del Carroccio?

"Non penso così. È interesse non di qualcuno, ma del Paese, che la cessione delle quote del Monte dei Paschi di Siena da parte del Mef, dunque da parte dello Stato, vada in porto a favore di banche italiane. Forza Italia ha sempre ritenuto che, terminata l’emergenza, lo Stato dovesse reimmettere nel mercato le quote azionarie di Monte dei Paschi di Siena. Lo Stato moderno non deve possedere banche".

Questa ulteriore divisione come può influire sugli equilibri nel governo?

"In un mercato libero, seppur in un settore delicato come quello delle banche, è possibile nascano competizioni che devono comunque rispettare le norme vigilate dalle autorità. Per questo motivo non ritengo che la situazione venutasi a creare con la proposta di Unicredit di acquisizione di Banco Bpm possa essere interpretata quale divisione in senso politico o, addirittura, governativo. Certo è innegabile che la competizione stia raggiungendo livelli molto accesi".

Colpisce il silenzio di Bankitalia, malgrado sia stata pungolata sul tema da Matteo Salvini. Non crede sia opportuno che intervenga?

"Non devo certo dire io a Bankitalia, una istituzione così efficiente, come e se intervenire. La verifica della correttezza delle attività di istituti bancari così rilevanti è della Bce. Banca d’Italia deve essere interessata, ma non può essere in prima linea quale controllore o arbitro".

Si mettono i bastoni fra le ruote a Unicredit nel momento in cui sta crescendo: fermarla non rischia di bloccare un campione nazionale? Le banche non devono crescere?

"È interesse del governo uscire dal controllo del Monte dei Paschi di Siena e che la banca torni al mercato. Mi auguro e auspico che siano investitori italiani a rispondere all’invito del governo. Non apprezzerei se fossero posti ostacoli a questa procedura di mercato e non credo che si possa interferire".

Ecco, in tutta Europa si fanno aggregazioni invece, difendendo i grandi player nazionali, il governo cerca di rallentare questa operazione. Perché? Ritiene sia corretto questo comportamento?

"Credo che ciò che sta avvenendo nel settore finanziario e bancario sia da interpretare in modo positivo. Fino a qualche anno fa il nostro sistema bancario era considerato fragile e con i piedi di argilla. Oggi invece assistiamo a manifestazioni di interesse e a una dinamicità dell’intero sistema che vede al centro i nostri player bancari solidi, appetibili e senza eguali in Europa".

È giusto che il governo arrivi fino a esercitare il golden power – come è stato ipotizzato – per fermare il processo di acquisizione?

"Tutelare gli interessi nazionali è un dovere del nostro governo, sempre e in ogni campo. In questo caso specifico non sono certo che possa essere esercitato lo scudo previsto dal golden power. Ma saranno le autorità preposte a stabilirlo".