Roma, 26 giugno 2022 - Gli occhi dei principali partiti e dei loro leader sono puntati soprattutto su Verona, Parma e Catanzaro, ma in totale sono tredici (rispetto ai 26 del primo turno) i capoluoghi di provincia che tornano alle urne oggi, domenica 26 giugno, per il ballottaggio delle Comunali. I quattro capoluoghi di Regione che andavano al voto per scegliere il sindaco hanno dato il loro esito già al primo turno in tre casi su quattro e, in tutti e tre i casi, ha vinto il centrodestra. Si tratta, rispettivamente, di Marco Bucci (Genova), Pierluigi Biondi (L’Auila) e Roberto Lagalla (Palermo). Manca all'appello solo Catanzaro. Ma si vota anche Alessandria, Cuneo, Monza, Como e Gorizia al Nord, e poi Piacenza, Lucca, Viterbo e Frosinone, per chiudere con Barletta al Sud. Al primo turno dello scorso 12 giugno, infatti, nessuno dei candidati ha infatti raggiunto la maggioranza del 50%+1 richiesta per i comuni con più di 15mila abitanti. In queste città si andrà quindi al ballottaggio tra i due nomi più votati usciti dal primo turno.
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La sfida per i principali partiti e coalizioni
Una sfida nella sfida, soprattutto per il Pd e il centrosinistra, guidato da Enrico Letta, che partiva in svantaggio (amministrava soltanto sei città sulle 26 al voto in questa tornata elettorale) ma che non ha fatto mistero di puntare in alto: "Abbiamo la possibilità di eleggere tredici sindaci, di cui sei donne", ha detto e ripetuto. Invece Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, più gli alleati minori dovranno riuscire a confermare i sindaci uscenti (governavano su 20 capoluoghi) e possibilmente agguantarne di nuovi. Inesistenti invece i possibili contributi al ‘campo largo’ del Pd da parte dei 5Stelle, che hanno preso, al primo turno, percentuali minime e non vanno al ballottaggio in nessun capoluogo di provincia. Invece, si dovrà verificare l’effettiva consistenza del polo centrista, i cui candidati hanno ottenuto, al primo turno, buone performances e che, a seconda di chi hanno scelto di appoggiare in vista del secondo turno, può risultare spesso decisivo, per esempio a Lucca, dove Azione appoggerà il centrosinistra, o a Frosinone, con il centrodestra. Ovviamente decisivi saranno anche gli astenuti.
Due milioni di italiani al voto in 65 Comuni
In termini assoluti, sono oltre 2 milioni gli italiani che domenica saranno chiamati alle urne per il turno di ballottaggio delle amministrative che si terranno, in totale, in ben 65 Comuni (solo due con meno di 15mila abitanti): 59 nelle Regioni a statuto ordinario e 6 in quelle a statuto speciale.
I Comuni al voto nelle Regioni a statuto ordinario con il maggior numero di elettori sono Verona (202.638), Parma (146.939), Monza (98.073), Barletta (80.159), Lucca (79.634), Alessandria (73.657), Catanzaro (73.294) e Como (72.132). Nelle Regioni a statuto speciale, Gorizia è il comune al ballottaggio con il maggior numero di elettori (30.295) e Villafranca Sicula, in provincia di Agrigento, ne ha il numero minore (1.407).
I Comuni dove il centrosinistra è in vantaggio
Volendo esaminare i capoluoghi a seconda di quale coalizione parte in vantaggio, iniziamo a vedere quelli in cui parte davanti il centrosinistra. Ad Alessandria la sfida è tra il sindaco uscente Gianfranco Cuttica di Revigliasco, centrodestra, e tra il candidato di centrosinistra Giorgio Abonante, che al primo turno hanno portato a casa rispettivamente il 40,24% e il 42,04% dei voti. In Piemonte sarà di nuovo giornata elettorale anche per Cuneo. Qui, Patrizia Manassero – il nome su cui punta il centrosinistra – arriverà al ballottaggio in netto vantaggio sullo sfidante di area opposta, Franco Civallero (46,95% contro 19,84% dei voti al primo turno). Anche a Como, stando ai dati del primo turno, il centrosinistra con Barbara Minghetti si presenta al ballottaggio davanti al civico Alessandro Rapinese. A Verona sarà testa a testa tra il candidato di centrosinistra Damiano Tommasi (39,79%) e il sindaco uscente Federico Sboarina (32,69%). Forte del 44,18% di voti al primo turno, si presenterà al ballottaggio a Parma il candidato di centrosinistra Michele Guerra, che se la vedrà con quello di centrodestra Pietro Vignali (21,25%). A Piacenza il duello sarà tra l’ex assessore di centrosinistra Katia Tarasconi (39,93%) e l’avversaria di centrodestra Patrizia Barbieri (37,72%). I cittadini di Lucca dovranno invece scegliere tra Francesco Raspini (centrosinistra; 42,60%) e Mario Pardini (centrodestra; 34,30%).
I comuni dove è in vantaggio il centrodestra
Per quanto riguarda i comuni in cui, invece, parte avvantaggiato il centrodestra sono i seguenti. Monza dovrà scegliere chi eleggere tra il sindaco uscente Dario Allevi (47,12% al primo turno) e l’avversario di centrosinistra Paolo Pilotto (40,08%). A Gorizia la partita si gioca tra Rodolfo Ziberna (centrodestra; 41,88% al primo turno) e Laura Fasiolo (centrosinistra; 30,67%). Frosinone vedrà invece eletto o il candidato di centrodestra Riccardo Mastrangeli (49,26%) o quello di area opposta Domenico Marzi (39,13%). Il centrodestra è in vantaggio anche a Catanzaro, dove domenica 12 giugno l’ex dem Valerio Donato – lista civica ma sostenuta dal centrodestra – con il 44,01% dei voti ha chiuso sopra Nicola Fiorita, appoggiato dagli avversari di centrosinistra (31,71%). Per Barletta la scelta sarà tra Cosimo Damiano Cannito (centrodestra; 42,27%) e Santa Scommegna (centrosinistra; 36,63%).
Solo a Viterbo è in vantaggio una lista civica
L’unico capoluogo di provincia dove al primo turno ha ottenuto più voti un candidato di una lista civica è Viterbo. Qui il nome più votato è stato quello di Chiara Frontini (32,82%), che andrà al secondo turno con Alessandra Troncarelli, del centrosinistra (28,30%).
Le sfide principali: Verona, Parma, Catanzaro
Le tre partite con il più alto livello dello scontro tra partiti e coalizioni sono però solo tre: Verona, Parma e Catanzaro. A Verona, la coalizione di "campo largo" formata da Pd e Movimento 5 stelle si è piazzata al primo posto, con il candidato sindaco Damiano Tommasi in testa con il 39,8% delle preferenze. Segue, al 32,7%, il primo cittadino uscente Federico Sboarina, sostenuto da Lega e Fratelli d'Italia. Un testa a testa aperto come nella città scaligera non se ne vedevano da anni: il terzo classificato, Flavio Tosi (Forza Italia) forte del 23,9%, ha infatti fatto sapere che sosterrà il centrodestra, ma Sboarina ha rifiutato l'apparentamento, rimescolando le carte e aumentando le speranze di vittoria per l'ex calciatore del centrosinistra. Tanto è bastato perché tra i leader montasse l'irritazione, con Matteo Salvini che parla di "errore madornale" e una parte di Forza Italia sul piede di guerra per il mancato accordo.
Parte vincente a Catanzaro invece il centrodestra, con il candidato sostenuto da FdI e Lega Valerio Donato, in testa con il 44%. Professore di diritto privato e dai trascorsi nel centrosinistra e nel Pd, forte di molte liste civiche. A inseguirlo è Nicola Fiorita del centrosinistra, fermo oltre dieci punti sotto al 31,7, altro professore, di diritto canonico. Il centrodestra si è presentato diviso, mentre il centrosinistra è unito nel tipico ‘campo largo’. L’ago della bilancia potrebbero essere gli elettori del civico Antonello Talerico, presidente del Consiglio dell'Ordine, che al primo turno ha avuto il 13,5%. La candidata sindaco di Fratelli d'Italia, la parlamentare Wanda Ferro (9,2% dei voti), che ha corso in autonomia dal centrodestra, in vista dei ballottaggi si schiera però con Donato.
Infine, a Parma, spera Michele Guerra, ex assessore nella giunta del sindaco ex pentastellato Federico Pizzarotti (che poi aveva lasciato il Movimento). Guerra, appoggiato dal Pd, riparte dal 44% del primo turno: fermo alla metà (il 21 circa) l'oppositore di Lega e Forza Italia Pietro Vignali, che però potrà quasi certamente contare sul circa 7% dei consensi raccolti dal candidato di Fratelli d'Italia Priamo Bocchi. Molto dipenderà dagli elettori del terzo polo, che a Parma (con il civico Dario Costi) aveva raggiunto il 13,5%.