Giovedì 7 Novembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Contro l’autonomia, mezzo milione di firme raccolte in pochi giorni. Schlein: “Non ci fermiamo”

Lo sprint alla campagna arriva dalla possibilità di firmare con lo Spid. Il Pd: “Bene anche ai gazebo”. Magi: “Antipasto della batosta per Meloni". Ma i costituzionalisti suggeriscono di alzare il quorum a 800mila firme

Roma, 1 agosto 2024 – È la rete bellezza. Basta: nessun bisogno di scarpinare sotto i 35 gradi all’ombra delle città italiane, nemmeno di fermarsi proprio quando vai di corsa per rispondere alla volenterosa attivista che ti mette la penna in mano. Per firmare in calce al referendum che chiede l’abrogazione dell’Autonomia differenziata basta un click. Uno dei centomila in cui ci produciamo ogni giorno. E i risultati si vedono: i promotori considerano già raggiunta la soglia delle 500mila firme. Di questo passo il quorum verrà bissato e forse triplicato.

Riccardo Magi e uno dei (sempre più rari) banchetti per le raccolte firme cartacee
Riccardo Magi e uno dei (sempre più rari) banchetti per le raccolte firme cartacee

Ovviamente, i partiti del ‘campo largo’ assieme alla Cgil e agli altri sostenitori della consultazione si fregano le mani. "È un segnale potentissimo", esulta Giuseppe Conte (M5s). "Abbiamo raggiunto un traguardo importante ma non ci fermeremo qui: la battaglia continua", rilancia Elly Schlein (Pd). "È l’antipasto della batosta che aspetta Giorgia Meloni", rincara Riccardo Magi (+Europa). Merito dell’informatica: oltre 360mila sono le sottoscrizioni raccolte online in cinque giorni. Ma di rose senza spine al mondo non ce ne sono e in politica ancora di meno. Chi l’ha detto che l’elettore pigro sia disposto a fare ben altra fatica per recarsi alle urne il giorno del referendum? C’è di più: chi firma dovrebbe anche convincere gli altri a votare. La caccia al quorum referendario si fa così. Ma chi deve solo sollevare l’indice non è così scontato che poi sia anche disposto a fare proselitismo.

Alla Cgil lo sanno: "La firma digitale è uno strumento importante ma non può sostituire il rapporto diretto – dice Christian Ferrari, della segretaria nazionale nonché esponente del Comitato promotore del referendum – Per noi è prioritario parlare con le persone: informare, spiegare per riuscire a coinvolgere gli oltre 25 milioni di italiani necessari per raggiungere il quorum". Anche al Nazareno ne sono consapevoli: "Il comitato promotore sta facendo un lavoro importante sui territori – sottolinea Alessandro Alfieri, senatore e responsabile riforme del Pd –. Noi, per esempio, lo facciamo con i gazebo alle feste dell’Unità. Un lavoro che durerà tutta l’estate". Ma ci sono anche problemi strutturali. Il numero minimo di firme per proporre un quesito aveva un senso: per chiedere di abrogare una legge bisognava fare un piccolo sforzo, pensarci sopra, prendere una decisione. Con il click, si sa, la mano si muove più rapidamente della testa: il rischio è che per ’referendare’ tutto, lo strumento non serva più a niente. "Dobbiamo evitare quesiti sulla qualunque. Per dire: a me non piace l’estate, e previa legge che l’istituisce, chiedo di abolirla", afferma un cultore della materia referendaria come Peppino Calderisi. Ex radicale, sa di cosa parla: "Per la mia prima consultazione ci ho messo 5 anni a raccogliere le firme: lanciammo i referendum per una ’Repubblica autenticamente costituzionale’ nel 1972, ma le firme le raccogliemmo nel 1977".

I tempi cambiano, le tecniche si aggiornano, ma per non cadere nel ‘populismo referendario’ Calderisi ha una ricetta: anticipare il giudizio di ammissibilità della Corte costituzionale. "La Consulta dovrebbe esprimersi non alla fine, ma dopo le prime 100mila firme raccolte con i banchetti. Se dà l’okay, si procede con le sottoscrizioni online".

Sulla stessa lunghezza d’onda, anche il costituzionalista Stefano Ceccanti (area Pd): "È giusto utilizzare nuove tecnologie che permettono maggiore partecipazione, ma per evitare distorsioni bisogna alzare il quorum a 800mila firme. E anticipare l’esame della Corte: non ha senso raccogliere migliaia di firme se poi vengono cassate". Spine certo, ma non tanto acuminate da guastare la festa. Per ora l’importante è raggiungere il primo quorum. Per il secondo, quello che conta davvero, ci sarà tempo, si troverà modo. Forse.