di Giovanni Rossi
Primo agosto di una torrida estate (ieri). Volenti o nolenti, i benzinai espongono il cartello della discordia voluto dal governo. In ogni stazione di servizio vengono affissi, come auspicata misura anti-rincari, i prezzi medi (nazionali sulla rete autostradale, regionali nel resto delle strade) di benzina, gasolio, metano e gpl pubblicati il giorno precedente sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Ai guidatori a secco di carburante – e preoccupati per l’ascesa dei prezzi – la novità talvolta appare su fogli di carta A4 appiccicati senza entusiasmo sulle corsie di rifornimento, mentre altri distributori valorizzano l’informazione con adeguata segnaletica. A Napoli, c’è chi espone e chi no, a dispetto delle sanzioni per inadempienza da 200 a 2.000 euro.
Nel giorno d’esordio della cartellonistica ’salva-viaggi’ emergono piccoli ritocchi al rialzo decisi dalle compagnie. La media nazionale del self service in autostrada è di 1,984 euro al litro per la benzina e di 1,854 euro al litro per il diesel. Visibili le differenze a livello territoriale. Un litro di verde costa 1,945 euro a Bolzano e 1,943 in Puglia. Segue il resto del Paese in un range di 5 centesimi. Solo le Marche a 1,892 e il Veneto a 1,898 stanno sotto l’1,90. Il gasolio autostradale ha un prezzo medio nazionale di 1,854 euro, il metano di 1,540, il gpl di 0,837.
Complicato capire se il singolo automobilista – una volta ottenuta la preziosa informazione di raffronto della spesa – abbia la forza di non fermarsi al distributore qualora i prezzi praticati risultino troppo alti rispetto alla media. "I clienti in questo modo vedono troppe cifre e non capiscono", sostiene Gabriele, gestore di una pompa a Roma Nord. "Fa tutto la compagnia, a me restano 3 cent al litro da cui togliere le spese", lamenta Stefan, collega di Bolzano.
Il ministro Adolfo Urso rivendica l’operazione "trasparenza" partita senza intoppi: "L’obbligo tutelerà innanzitutto la stragrande maggioranza di gestori onesti". Ma Assopetroli replica con rabbia all’invito di segnalare le stazioni più care: "Una campagna di disinformazione ingiusta e a tratti denigratoria". I prezzi medi "ben al di sotto dei 2 euro, depurati dalla componente fiscale, sono minori sia rispetto alla Spagna che alla Germania e alla Francia", si vanta Urso. Ma con la benzina al self che in autostrada sfiora i 2 euro, in realtà "il Mimint conferma l’allarme", rileva Assoutenti sfidando il ministero a pubblicare i prezzi del servito autostradale. Giuseppe Sperduto, presidente della Faib, paventa scenari negativi: "Il rischio è che si realizzi un allineamento verso l’alto del prezzo medio. In questo caso avremmo la beffa di disincentivare la vendita di carburanti" già fiscalmente ipertassati. Le accise? "Servono anche a finanziare il taglio del cuneo fiscale e ad alimentare i salari più bassi", tira dritto Urso. I valori dei carburanti "rispecchiano l’andamento delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati": non ci sono gli estremi per "ridurre l’accisa", fa sapere il Mef.
Federconsumatori resta di punta: "Vorremmo sapere e capire se all’interno della filiera dei carburanti ci siano cartelli, accordi o altre strategie tese a far salire immotivatamente i listini in particolare in autostrada e a ridosso delle vacanze". E subito parte l’invito alla Gdf "a indagare".
Urso incassa il successo di giornata e insieme al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin calendarizza il "riordino organico del settore dei carburanti" annunciando "un disegno di legge a 360 gradi" per affrontare "le tematiche della razionalizzazione e della rete" ma anche "del risanamento e della riconversione ai fini della sostenibilità ambientale". Oggi la presentazione alle associazioni di categoria.