Sabato 23 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Politica

Alt di Renzi a Conte: l'Iva non si tocca

"Aumentarla è un regalo a Salvini". Il ministro Gualtieri: paghiamo i conti del Papetee

Matteo Renzi al Wired Next Fest (PressPhoto)

Matteo Renzi al Wired Next Fest (PressPhoto)

Roma, 30 settembre 2019 - Non ci sto. Altolà di Matteo Renzi sull’Iva. Il leader di Italia Viva non accetterà una "rimodulazione" delle aliquote che surrettiziamente metta le mani nelle tasche degli italiani e traccia una linea netta da non oltrepassare. Renzi ribadisce la sua "responsabilità" nel far nascere il governo, ma avverte che non è disposto a ingoiare tutto, di certo non una "rimodulazione" che potrebbe tradursi in una tassazione attorno ai 5-6 miliardi. Per questo, dice, ha telefonato al premier Giuseppe Conte per avvertirlo che è disponibile a ragionare su tutto, è pronto a mantenere il reddito di cittadinanza, ma non voterà un Def che preveda una rimodulazione dell’Iva. Renzi chiarisce che il suo non è un ultimatum al governo, che non minaccia di togliergli la fiducia. Ma un paletto politico da non superare. "Io – osserva – ho votato questo governo proprio per evitare un aumento dell’Iva, che danneggerebbe in primis i meno abbienti. Io mi sono impegnato con gli italiani. Non esiste che me lo ritrovo nella manovra". Ha fatto un accordo con M5S perché c’è l’emergenza dell’aumento dell’Iva. E adesso qualcuno vorrebbe cambiare le carte in tavola. "Sarebbe un autentico regalo a Salvini", sostiene. L’ultima cosa che serve.

Renzi teme lo psicodramma di "una certa sinistra che non riesce a non alzare le tasse". È un riflesso condizionato al quale non riesce a sottrarsi: l’ultimo governo che ha aumentato l’Iva è stato il governo Letta (2013) che portò l’aliquota dal 21 al 22%. Il suo governo, ragiona Renzi, ha fatto manovre da 50 miliardi, possibile che non si trovi il modo per trovar sei miliardi da qualche altra parte? Le forti perplessità di Renzi non sono isolate persino nella maggioranza. Dubbi sul "ritocco" Iva – al quale Confesercenti è contraria e contro il quale il centrodestra spara a palle incatenate – trapelano sia dal Pd sia dal M5s, sono forti in Leu. Di questo il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è stato informato da Conte e già ieri è parso prudente in tema di Iva. Intervenendo a In mezz’ora in più su Rai Tre, ha lanciato uno stoccata a Salvini, ma è stato attento sulla manovra. "Abbiamo il conto del Papeete che ci è stato lasciato da pagare – ha detto Gualtieri – e dobbiamo farlo in modo equilibrato, puntando alla crescita". Al ministro Pd ha risposto a stretto giro il leader della Lega: "Questi sanno solo insultare. Noi abbiamo una idea chiara di come tagliare le tasse e questi mi sembra che vogliano aumentarle". Gualtieri ha detto che la manovra "non sarà restrittiva", che l’esecutivo intende "utilizzare il massimo della flessibilità consentita da Bruxelles" e che uno degli elementi chiave sarà un intervento sul cuneo fiscale, "la cui riduzione è una necessità".

Nella manovra, ha promesso Gualtieri, non dovrebbero esserci tagli alla spesa sociale: "Non toccheremo quota 100 e reddito di cittadinanza, non ci saranno tagli a scuola, sanità, università". Anzi, in cantiere in ottica triennale, Gualtieri ha promesso "il superamento progressivo del superticket nella Sanità". Ma Gualtieri, non a caso, è stato invece meno netto sull’Iva. Premesso che l’obiettivo è la sterilizzazione dell’aumento, ha ammesso che sì, c’è anche un’ipotesi rimodulazione. "Non è necessariamente quello che si farà – ha osservato –, ma alcuni prodotti di maggior consumo potrebbero vedere una riduzione e altri, con tasso maggiore d’evasione, un piccolo incremento, compensato però da uno sconto se si usa la moneta elettronica. Questa è una delle ipotesi, ma ce ne sono altre, non sarebbe serio da parte mia accreditarne una". "Il governo – sottolinea – non ha ancora presentato nessun piano sull’Iva, l’orizzonte è la manovra. Invito tutti alla calma". Calma e gesso anche per lui, perché senza i renziani al Senato una maggioranza non c’è.