Venerdì 27 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Assistenti civici, arriva l'ok di Palazzo Chigi. "Ma non avranno compiti di polizia"

Dopo una giornata di accese polemiche la maggiornza si ricompone. Boccia: "Nessuna vigilanza, ronda o sentinella anti-spritz"

Il ministro Boccia con la casacca blu dell'assistente civico (Ansa)

Roma, 25 maggio 2020 - L'idea degli assistenti civici - 60 mila volontari che, gratis, controllano che vengano applicate le regole della Fase 2 dell'emergenza Coronavirus - è piombata come un fulmine a ciel sereno nella maggioranza. Che si divide ma alla fine si ricompatta con un sostanziale ok all'iniziativa.

Nel mezzo, scoppia la polemica: il Viminale comunica in sostanza di non saperne nulla e i 5 stelle partono all'attacco del ministro Francesco Boccia, che sarebbe l'artefice della 'fuga in avanti' insieme all'Anci. Anche la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo si dice "perplessa". Dal canto suo la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova chiede esplicitamente un passo indietro e stronca i volontari definendoli "milizie improvvisate", mentre per il leader di Iv Matteo Renzi è una misura "inutile".

L'incontro dei ministri con Conte

Nel pomeriggio il premier Giuseppe Conte si è visto costretto a indire una riunione volante in serata per dirimere la questione. Oltre a Conte saranno presenti Boccia, Lamorgese e Catalfo. E al termine dell'incontro c'è stato un sostanziale ok agli assistenti civici, dicono fonti di Palazzo Chigi: "I ministri interessati al progetto proseguiranno nelle prossime ore nel mettere a punto i dettagli di questa iniziativa che mira, per il tramite della Protezione civile, a soddisfare la richiesta di Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell'emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato".

In tarda serata il capo politico dei 5 stelle Vito Crimi tira il freno degli entusiasmi: i ministri di  Interno e Lavoro - concede - hanno chiarito quali sono i possibili utilizzi dei volontari "ma prima di parlare di accordo sull'iniziativa serve un confronto politico". 

Cosa faranno i volontari

Gli assistenti civici "non saranno "incaricati di pubblico servizio" e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia". "Nessuna vigilanza, ronda o sentinelle anti spritz", assicurano fonti vicine a Boccia. Gli assistenti civici dunque verranno impiegati per svolgere attività indicate direttamente dai sindaci: portare pasti e medicine a gente che non può uscire di casa, garantire un controllo nei parchi o nelle aree gioco ma senza alcun potere aggiuntivo, insomma "nessuna ronda". 

Palazzo Chigi ha messo paletti ben precisi: si tratta di "soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato" con "finalità di mera utilità e solidarietà sociale" e - altra precisazione - "anche attraverso la rete del Terzo Settore". Ma ad interessare il Viminale è soprattutto un'altra osservazione di palazzo Chigi: "Questi soggetti volontari non saranno "incaricati di pubblico servizio" e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia".   

Già prima della riunione, a tentare di calmare le acque era stato il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che Tg3 rivelava: il provvedimento degli assistenti civici "l'hanno chiesto i Comuni attraverso l'Anci. La richiesta non è per sostituirsi alle forze dell'ordine, ma è uno strumento per permettere ai Comuni e alle protezioni civili di aiutare a portare la spesa, il cibo, le medicine e con funzioni sociali. Mi auguro che si plachino le polemiche e si trovi un ragionevole accordo". 

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I rischi della movida

La polemica sugli assistenti civici va di pari passo con l'altro tema che ha tenuto banco negli ultimi giorni: le immagini delle zone della movida piene di ragazzi. "Non vorrei - dice Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e dell'Emilia Romagna - che per colpa di qualche irresponsabile ci tocchi chiudere ciò che abbiamo riaperto". In realtà, stando ai dati del Viminale, tutte queste violazioni al divieto di assembramento  non ci sono state: anche nel fine settimana la percentuale di 'indisciplinati' si è fermata allo 0,55% del totale, corrispondente a 1.321 denunce su quasi 239 mila cittadini controllati. 

Regioni in ordine sparso

Nonostante questo, Regioni e Comuni continuano a muoversi in ordine sparso: all'ordinanza del governatore della Campania Vincenzo De Luca che ferma i locali alle 23 ha risposto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, annunciando che firmerà a breve i provvedimenti per aprire tutti gli spazi della città "possibilmente anche di sera e di notte". L'opposto del sindaco di Milano Beppe Sala che ha vietato la vendita delle bevande da asporto dalle 19, mentre a Roma la sindaca Virginia Raggi apre un nuovo fronte: multe fino a 500 euro per chi abbandona mascherine e guanti. 

Assistenti civici, i toni della polemica

Si dividono anche i presidenti di regione, mentre le opposizioni protestano assieme a pezzi della maggioranza. La lettura che da più parti viene data a questo dispiegamento è quella di "ronde" contro gli irriducibili della movida selvaggia. Fonti di governo, però, precisano che si tratta invece della necessità di dare aiuto a chi non può uscire di casa per comprare cibo e medicinali o per aiutare nel contingentamento degli ingressi nei parchi. 

Dall'opposizione, l'azzurra Anna Maria Bernini parla di "guardie rosse" come nei Paesi comunisti, mentre Giorgia Meloni denuncia quella che considera una "deriva autoritaria". Anche l'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sottolinea che "gli italiani hanno bisogno di fiducia, di sostegno economico e di lavoro, non di controllori, droni o ispettori alle calcagna". Carlo Calenda non fa sconti: "A parte l'idiozia della proposta, ma se dovete proprio farlo metteteci i navigator porcaccio Giuda, e formate quelli del RDC! Questo paese sta diventando un pozzo di assistenzialismo ebete e scellerato. Chi lavora, studia, produce e fatica scapperà a gambe levate". 

I dubbi del Viminale: mai informati

Dal ministero dell'Interno si precisa che "le decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell'Interno, per l'istituzione della figura degli 'assistenti civici' in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio".