Lunedì 10 Febbraio 2025
CLAUDIA MARIN
Politica

Assemblea Cisl, il feeling di Meloni col sindacato. Stoccata alla Cgil: basta conflitti

La premier: serve un’alleanza trra datori di lavoro e lavoratori, contrastare l’inverno demografico. Il passaggio di consegne tra il segretario Sbarra e la nuova leader Daniela Fumarola

Un vero e proprio asse, celebrato con scambi di riconoscimenti e aperture, che hanno, come contraltare, la fredda distanza tra l’esecutivo, ma anche tra lo stesso sindacato “bianco“, e la Cgil di Maurizio Landini.

Tanto che, non a caso, la presidente del Consiglio avvisa: "Occorre superare una volta per tutte questa tossica visione conflittuale che anche nel mondo del sindacato qualcuno si ostina ancora a sostenere".

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La premier Giorgia Meloni e il segretario uscente della Cisl Luigi Sbarra, 64 anni

L’alleanza tra Meloni e Sbarra (destinata a proseguire anche con la nuova segretaria Daniela Fumarola) si percepisce esplicitamente su molteplici terreni. A cominciare da quello della legge sulla partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese, ribattezzata non a caso Legge Sbarra, che il Parlamento si appresta a approvare nelle prossime settimane (con il voto contrario del Pd, il che segna una rottura rilevante tra la Cisl e il Nazareno, e la netta opposizione della Cgil). È Sbarra innanzitutto a riconoscere, tra gli applausi, il ruolo della premier: "Rinnoviamo la gratitudine alla presidente Meloni per aver dimostrato grande sensibilità sulla nostra proposta di legge sulla partecipazione. Il Paese ha bisogno di crescere insieme senza steccati, senza divisioni pregiudiziali, senza antagonismi e massimalismi".

Parole che si accompagnano a ulteriori stoccate verso Landini, anche senza nominarlo. E così parla di "mix di antagonismo incendiario, populismo e benaltrismo", di "no ideologico, prevedibile". È il viatico per la premier, che tocca, non a caso, le corde più sensibili della cultura cislina. Ricambia le parole del leader: "Luigi Sbarra è stato un interlocutore franco, determinato, onesto e quando dice che se l’Italia vuole guardare al presente e al futuro allora deve lasciarsi alle spalle un ‘900 caratterizzato da pregiudizi, antagonismo e furore ideologico, non si tratta di una semplice enunciazione di principio. Lui lo ha fatto, io l’ho visto. Anche quando non siamo stati d’accordo". E la corrispondenza continua sulla partecipazione.

Parla, la premier, di "nuova alleanza tra datori di lavoro e lavoratori, fondata sulla condivisione degli oneri e degli onori", di "rinascimento partecipativo", e insiste: "Io vengo da una storia politica che ha fatto del tema della partecipazione dei lavoratori uno dei punti qualificanti della propria proposta economica. Faremo la nostra parte per arrivare il prima possibile al suo via libera, per dare finalmente attuazione 77 anni dopo all’articolo 46 della Costituzione". La partecipazione, dunque, ma anche "l’inverno demografico", da contrastare prioritariamente, come "abbiamo cominciato a fare". Per arrivare al cuore delle priorità, il lavoro.

E, su questo fronte, Meloni sottolinea di avere realizzato il "taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo". Non senza una nota polemica: "Abbiamo ottenuto che fossero banche e assicurazioni a concorrere alla copertura di questi provvedimenti. Un netto cambio di passo rispetto ai tempi nei quali i proventi delle tasse dei lavoratori venivano utilizzati per sostenere banche e assicurazioni, senza che nessuno per questo invocasse la rivolta sociale". Ma mette a fuoco anche il problema chiave del "disallineamento tra le competenze richieste dalle imprese e le competenze di chi cerca lavoro". E richiama tutta l’attenzione sull’Intelligenza Artificiale, che va gestita e governata, perché, in caso contrario, mette a rischio milioni di posti di lavoro.

La conclusione è ugualmente nel segno dell’alleanza, ma dentro c’è anche il richiamo "all’ottimismo della volontà" e "a quel senso di vita che ci porta sempre a guardare verso l’altro e verso l’oltre": "Noi possiamo ricostruire la vitalità diffusa e l’ascensore sociale degli anni migliori del Dopoguerra".