Giovedì 14 Novembre 2024

Armi all’Ucraina Opposizioni divise Il Movimento 5 Stelle sfida i democratici

Il campo largo non c’è. E nemmeno appare all’orizzonte. Malgrado gli appelli del Pd a cercare l’unità, le opposizioni vanno spesso in ordine sparso e non perdono occasione per rinfacciarselo. Il voto in Europa sulla possibilità di usare i fondi del Pnrr per le armi è stata una rappresentazione delle distanze. Il Pd (nella foto la leader Elly Schlein) si è diviso, il Terzo polo ha detto convintamente sì, M5s e Verdi-Si hanno detto convintamente no. Giuseppe Conte, che sul campo largo va col freno a mano tirato, a caldo ha sottolineato come il M5s sia "stata l’unica forza politica italiana a dire no sino al voto finale". E poi nel post per la Festa della Repubblica ha inserito "la corsa alle armi" fra le questioni che "rischiano di mettere in discussione i pilastri del nostro ordinamento costituzionale". Era stato duro anche il capogruppo 5s al Senato, Stefano Patuanelli definendo "incomprensibile" il comportamento del Pd. Il voto nell’Europarlamento ha esportato in Ue e sul tema armi una divisione che pochi giorni prima c’era stata in Commissione Giustizia della Camera su un tema etico: dopo aver votato contro la proposta di legge del centrodestra per dichiarare la maternità surrogata un reato universale (quindi perseguibile anche se commesso all’estero) le opposizioni si sono spaccate su due emendamenti di +Europa che chiedevano invece di ridurre la pena prevista in Italia: M5s a favore, Pd diviso fra contrari e astenuti.