Anna Ascani, vicepresidente della Camera (Pd), che cosa insegna la vittoria in Umbria al ’campo largo’, al Pd, al futuro centrosinistra?
"Insegna che unito il centrosinistra vince, perché disunito quasi sempre perde. E che questa unità non si costruisce sommando le sigle e i nomi, ma con i progetti. E noi, in Umbria, lavoriamo a questo progetto da quando abbiamo perso cinque anni fa. Alla fine abbiamo costruito insieme un’idea di Umbria che ci ha unito. Quindi, la lezione a livello nazionale è: partiamo dai temi, da un’idea di Italia comune e mettiamola insieme durante una conferenza programmatica. Il modello vincente e più comprensibile per i cittadini".
Sommare i 5 Stelle? Ma se loro vogliono giocare da liberi…
"Li abbiamo visti dall’osservatorio umbro e sono stati protagonisti quanto gli altri. La squadra a sostegno di Stefania Proietti è stata fatta da persone che si sono reciprocamente riconosciute. Nessuno ha cercato di prevaricare gli altri. Sicuramente il Pd è stato molto generoso, ma io non ho visto difficoltà a discutere sui temi in una regione in cui ce n’erano anche di difficili, eppure lo abbiamo fatto. Se la si vede dall’alto, certo è complicato, ma se cominciamo a discutere dei temi è un pochino più semplice".
L’Umbria è stata una sconfitta bruciante per la maggioranza, ma ora ci sono altre sfide, nel 2025, che sono ancora più complicate per il Pd…
"Prima di tutto, il centrodestra ha messo insieme la qualunque in Umbria, sommando persino Bandecchi (che ha preso il 2%), pensando che contasse più l’aritmetica che la politica. La Lega passa da 8 consiglieri a 1. Mi pare che anche lì la ricetta confermi il declino della Lega. Dopodiché noi ce la giocheremo in tutte le regioni che vanno al voto nel 2025. Mi auguro che in questo l’Umbria diventi un modello e non si parli subito di nomi o sigle: Proietti, non a caso, è arrivata a esito di un percorso di condivisione di temi e progetti. In Veneto abbiamo una situazione diversa, ma se si mette insieme una ricetta vincente, si può vincere anche lì. Il problema è incrociare i bisogni delle persone".
In Umbria avete parlato quasi esclusivamente di sanità…
"È vero. Perché i cittadini è di quello che volevano si parlasse. Volevano capire che cosa volevamo fare sulla sanità. Avendo visto che era il primo punto del nostro programma, ci hanno votato in massa".
In Campania c’è un problema, per il Pd, che si chiama De Luca.
"So che si sta dialogando e mi auguro che i mesi che ci separano dalle elezioni servano per riuscire a ricucire e trovare un progetto comune per la Campania. Sarebbe un errore madornale consegnare una regione così importante, rilevantissima, alla destra, ma si sta lavorando per evitarlo. Mi auguro che queste vittorie aiutino a sbloccare la situazione e a trovare la strada dell’unità".
Puglia e Toscana, invece?
"Sono territori dove dobbiamo confermare il nostro governo, partiamo da amministrazioni che hanno fatto bene, ma dobbiamo avere la capacità di intercettare i bisogni delle persone. In Umbria, dicevamo, era la sanità, poi magari anche lì è questo. Si parte dal basso. È la lezione dell’Umbria".
Stefania Proietti è una cattolica con un percorso politico tutto al centro: anche in questa figura moderata è nascosta una parte della vittoria di misura su Tesei?
"Stefania ha un profilo di amministratrice competente e seria che va al di là della sua biografia. In realtà quello che fa la differenza è integrare il profilo del candidato nel progetto, un po’ come è successo a Perugia dove la caratura della candidata era totalmente diversa, eppure anche lì abbiamo vinto. Ma la chiave è tenere insieme tutte le forze del centrosinistra, è lì che sta la chiave di volta, ha fatto la differenza tenere insieme tutti i pezzi e un progetto".
Quale alternativa all’attuale maggioranza di governo?
"La lezione dell’Umbria vale a livello nazionale; l’arroganza, i toni, la sommatoria del peggio possibile su piazza non premiano. Se è intenzione di Meloni continuare le campagne elettorali sempre con toni fuori dal normale, non credo sarà premiante per loro. Per quanto riguarda noi, il lavoro è stato lungo e faticoso, il Pd nazionale è sulla buona strada ed è bene che questo percorso si trasformi in una conferenza programmatica, un confronto sull’idea di Paese".