e Nicoletta Tempera
Milleduecento antagonisti. Duecento anarchici. E trecento ‘patrioti’. Non si sono incontrati mai, la Questura di Bologna è stata capace di tenerli lontani tra loro e contenere la mezz’ora di tensione tra i cancelli del parco della Montagnola. Ma ancora una volta, il centro del capoluogo emiliano, a una settimana dalle elezioni regionali, è stato ostaggio dei manifestanti, in un sabato pomeriggio che, già da giorni, si annunciava mosso. Da quando, cioè, la Rete dei Patrioti, che comprende realtà di estrema destra tra cui Casapound, aveva annunciato la sua manifestazione per la sicurezza in zona stazione. Un annuncio letto come una provocazione non solo dalle realtà anarchiche e antagoniste, ma anche da Anpi, Cgil e Pd, che ieri mattina, infatti, si sono ritrovati, con anche la segretaria Elly Schlein, in piazza del Nettuno per un presidio antifascista.
A preoccupare gli uffici della Questura (e anche il sindaco Matteo Lepore, che aveva chiesto di trasferire altrove il corteo dell’ultradestra) erano però le due contromanifestazioni annunciate da antagonisti e anarchici. La prima, in particolare, si è rivelata problematica. Milleduecento, come detto, i manifestanti, che al grido di "la Resistenza ce lo ha insegnato, uccidere un fascista non è reato", hanno attraversato le vie del centro, con l’intento di raggiungere, contestare e aggredire i ‘Patrioti’. Non ci sono riusciti, perché in via Indipendenza alari, idranti e reparti erano schierati a chiudere la loro strada. Hanno così deciso di deviare il percorso (non autorizzato, né concordato) in Montagnola, dove c’era una sola squadra del Reparto mobile in presidio. Gli agenti sono stati aggrediti e spintonati da una folla di facinorosi, che li ha costretti alla ritirata e aggrediti di nuovo quando, ancora soli, erano fermi sulla balconata del parco. Gli altri, intanto, lanciavano bombe carta e fumogeni di sotto, contro poliziotti, giornalisti e anche operai che, incredibilmente, erano ancora al lavoro nel cantiere del tram. E in serata anche la premier ha voluto commentare quanto successo a Bologna: "Ancora violenze e scontri generati dai collettivi, a Bologna, rivolti contro la Polizia di Stato. Spiace constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente questi episodi e mostrare solidarietà a chi, ogni giorno, lavora per garantire la sicurezza di tutti". Solidarietà agli agenti e condanna per l’attacco sono state espresse anche dai presidenti di Senato e Camera, La Russa e Fontana.
In Montagnola tre gli agenti feriti, contusi un paio di antagonisti. Che, nel loro percorso, hanno aggredito anche alcuni passanti: in Strada Maggiore, in quindici hanno picchiato, ferendolo alla testa, un ragazzo che al passaggio del corteo avrebbe avuto la malsana idea di fare una brutta battuta alla fidanzata: "Tira fuori la Berta (la pistola Beretta, ndr) dalla borsa". Analoga situazione in via Fossalta dove due passanti sono stati colpiti con delle sedie per aver apostrofato in malomodo i manifestanti.
Una giornata pesante per Bologna, riassunta dal questore Antonio Sbordone: "Abbiamo garantito a tutti il diritto di manifestare. Siamo riusciti a farlo senza usare la forza pur venendo aggrediti, in modo particolarmente vile, vista la sproporzione numerica dei facinorosi rispetto agli agenti". Ovviamente, non sono mancate le reazioni politiche. "Un errore permettere la manifestazione (dei ’Patrioti’, ndr) a pochi metri dalla stazione – ha affermato la segretaria del Pd Elly Schlein –. Bologna non merita questo sfregio". Dopo gli scontri, "ancora una volta le forze di polizia, schierate a difesa della sicurezza pubblica e della libertà di manifestare, sono state oggetto di vergognose aggressioni – ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi –. Confido che tutte le forze politiche e sociali, sappiano prendere le distanze da comportamenti pericolosi e inaccettabili". Per il vicepremier Matteo Salvini, "delinquenti rossi, con sassi e bastoni, all’assalto della Polizia. Il vostro posto non è Bologna, è la galera".