Roma, 21 novembre 2023 – Le donne “sanno essere cattive più di quanto pensiamo”. La “cattiveria femminile” esiste ed è “parimenti feroce” rispetto a quella maschile. Sono frasi estrapolate dal libro ‘La guerra dei sessi’ di Alessandro Amadori, docente a contratto di psicologia all'Università Cattolica di Milano, psicologo e saggista, già consigliere del governo nel 2018, chiamato dall’attuale esecutivo a coordinare il progetto di educazione affettiva e sentimentale nelle scuole 'Educare alle relazioni’ (qui il curriculum pubblicato dal Ministero dell’Istruzione). Stralci del testo, auto-prodotto, sono stati pubblicati dal quotidiano ‘Domani’ che ha sollevato un vero e proprio caso politico. Dopo la diffusione dell’articolo, infatti, le opposizioni hanno chiesto “un'informativa urgente al ministro Valditara” sulla scelta dei consulenti per il progetto contro la violenza di genere destinato alle scuole e che dovrebbe essere presentato domani.
Cosa c’è scritto nel libro di Amadori
Nella “Guerra dei sessi”, il capitolo più contestato è quello dal titolo “Il diavolo è anche donna”, in cui Amadori riprenderebbe il punto di vista 'estremo’ enunciato in un blog per amatori, secondo il quale le donne sono cattive, a partire dalle figure bibliche, fino a Lucrezia Borgia e alle donne di oggi, e ipotizza una sorta di “guerra dei sessi” che vede da una parte i femminicidi, “purtroppo la tragica, brutale concretizzazione della cattiveria maschile” e dall'altra “la cattiveria femminile”. Amadori sostiene la tesi “che ci convince molto, per quanto possa sembrare politicamente scorretta” che “i raptus omicidiari sostanzialmente non esistono in quanto tali e che bisogna piuttosto iniziare a parlare di cattiveria, aggressività e consapevolezza” ed accanto a quella maschile, che si può esprimere nel femminicidio, esiste una speculare e parimenti feroce, cattiveria femminile. Inoltre, “c'è una piccola, ma appariscente popolazione di donne che approfitta della tendenza maschile alla sottomissione e ne fa una vera e propria fonte di bussiness”.
L’opposizione all’attacco
"Valditara ha il dovere di fornire tutte le dovute spiegazioni sulla nomina di Alessandro Amadori a coordinatore del progetto – dicono gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico, Gaetano Amato, Susanna Cherchi – Abbiamo chiesto una informativa in aula, e ci aspettiamo che il ministro risponda celermente. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, con il fenomeno dei femminicidi che assume ogni giorno di più i contorni di una vera e propria strage, chiunque si accosti a questo argomento non può portare con sé le ombre di teorie bislacche e pericolose. E questo vale tanto più se si riveste un ruolo istituzionale pagato decine e decine di migliaia di euro con i soldi dei contribuenti". A chiedere l’intervento del ministro anche il Pd con Irene Manzi secondo cui "la scelta di affidare il coordinamento del progetto `Educare alle relazioni` al professor Alessandro Amadori è a dir poco preoccupante" perché si tratta di una personalità “che più volte in diversi interventi ha avvalorato tesi delle responsabilità delle donne come causa delle violenze”. La senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, attacca: “Complimenti per la scelta azzeccata, la destra che parla sempre di merito alla fine fa scelte basate solo ed esclusivamente sulle appartenenze politiche”.
Valditara liquida tutto. “Concentriamoci sulle cose importanti - replica il ministro – questo tipo e di fronte a una intenzione così forte e ferma di questo Governo, di questo ministro – ma prendo atto anche dell'onorevole Schlein, di affrontare decisamente questo tema – basta polemiche anche un po’ squallide”.
La replica di Amadori
“Nel libro non c'è nessun intendimento anti-femminile ma quello di arrivare a una nuova alleanza tra i generi”. Nessuna dimissione in vista”, che non ha intenzione di lasciare il suo incarico. A meno che non ci sia “una richiesta del ministro Valditara”.
Il professore ha anche precisato “che non ho una consulenza, sono solo un consigliere del ministro Valditara e seguo alcuni progetti all'Istruzione sull'apprendimento", dice all'AdnKronos, circoscrivendo, senza rinnegarle, le sue posizioni.
"Ho solo sostenuto che anche da parte delle donne c'è una sfera di aggressività, che non è quella criminale dell'uomo, ma porta a valutazioni troppo rigide nei confronti dei maschi". Poi il professore si addentra nel suo lavoro. Il capitolo 'Il diavolo è anche donna’ “vuole con un'iperbole dire non possiamo rappresentare gli uomini tutti cattivi e le donne come tutte buone”. “Ci potrebbe essere il rischio” che questa teoria possa giustificare le violenze sulle donne, ammette, ma “sarà mia cura di fare di tutto per evitarlo”.
“Anche nelle donne c’è una sfera di aggressività”
“Come si legge nel libro 'La guerra dei sessi', che ho pure scritto con una donna (Cinzia Corvaglia, ndr), le donne usano uno schema quasi antropologico per valutare i maschi, aumentando le distanze tra i sessi. Mentre se da una parte bisogna imbrigliare l'aggressività maschile, dall'altra anche per le donne serve un percorso per arrivare a una vera alleanza di genere". "Queste – assicura - sono cose su cui sto studiando da tre anni, e noto che i due sessi sono sempre più separati e esercitano forme crescenti di rigidità, quella maschile è criminale, quella femminile è la cifra di una crescente separazione, anche se è vero che da parte loro si sta assistendo a una certa maturazione". "L'aggressività – sottolinea il direttore Scientifico di Yoodata - è parte del genere umano, dell'uomo e anche della donna, non si può considerare il maschile come unica forma di ogni male, ogni genere lo esprime in forma diversa. Oggi – ammette - c'è una emergenza di quello maschile, ma dobbiamo lavorare sui due generi contemporaneamente, altrimenti non ci sarà soluzione".