Sabato 15 Marzo 2025
REDAZIONE POLITICA

Aldo Moro, ora si indaga sul Dna del presidente Dc. Via Gradoli, svolta vicina

Nel 1978 non esistevano ancora gli esami del Dna e il Ris sta lavorando per "estrarre" dai campioni il maggior numero di dati.

Aldo Moro

Roma, 11 agosto 2015 - Si indaga sul Dna di Aldo Moro e sui reperti di Via Gradoli. Come anticipato in commissione Moro recentemente dal Presidente Giuseppe Fioroni, la commissione ha dato incarico al Ris dei carabinieri di indagare su alcuni reperti di via Gradoli tenendo conto anche del profilo genetico dell'ex presidente della Democrazia Cristiana ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978.

Secondo quanto riferito da più fonti nella recente relazione sul tema sarebbero stati prelevati alcuni reperti (non si sa quali) per compararlo con il profilo genetico di Moro, compresi gli abiti che il Presidente indossava quando venne ucciso. Nel 1978 non esistevano ancora gli esami del Dna e il Ris sta lavorando per "estrarre" dai campioni il maggior numero di dati.

IL GIALLO DI VIA GRADOLI - Ci sono tre "incroci testimoniali" che indicano che Moro può essere stato per un certo periodo "prigioniero" in via Gradoli ma non per forza nel covo Br al secondo piano del civico 96 scala A interno 11. Una relazione di lavoro di uno dei magistrati della commissione Moro, Antonia Giammaria - secondo quanto riferito- ha riaperto il "dossier Gradol" e ora si dovrebbe andare avanti in questo ipotesi di lavoro quantomeno per chiarire la questione e far cadere certe testimonianze accumulatesi nel tempo.

La terna di riscontri riguardano Raffaele Cutolo, Alessandro D'Ortenzi, vicino alla banda della Magliana e punto di incontro tra questa e il criminologo Aldo Semerari e il nefrologo Giovanni Pedroni, il 'medico dell'Anello', il servizio segreto clandestino che rispondeva politicamente a Giulio Andreotti. Interrogato recentemente Pedroni ha confermato che seppe direttamente che la struttura di intelligence di cui faceva parte aveva saputo dal boss camorrista Raffaele Cutolo che Moro era in via Gradoli. E che c'era la possibilità di intervenire ma che dai vertici politici ci fu un drammatico stop.  Pedroni, in una recente intervista all'Ansa, aveva dichiarato: "Alle cancellerie internazionali  Moro non piaceva per nulla; Kissinger non lo poteva vedere. Aveva espressioni durissime per Moro che dava fastidio in Italia ma anche all'estero. Si scelse di non intervenire, lasciando le cose al loro destino. Lasciando che  Moro venisse ucciso. Chi fa fuori Moro? Le Br? Mah... Non lo so".