Ci sono tutti e due. La presidente del Consiglio, vestita in avorio, e il suo predecessore: Mario Draghi. Premier che sulla carta dovrebbero essere più diversi di come non si può e che invece, per molti aspetti, si sono dimostrati se non proprio omogenei neppure incompatibili. Merito in buona parte della guerra, il vero elemento politico che accomuna i presenti – dai vertici istituzionali ai rappresentanti del governo, dal mondo produttivo ai leader di partito – a questo primo ricevimento post Covid, organizzato al Quirinale per le celebrazioni del 2 giugno. A riassumere umori comuni provvede il padrone di casa: "L’Italia ripudia la guerra, ma la pace non si fa ai danni delle vittime", avverte Sergio Mattarella.
Mattarella all’Altare della Patria e la parata militare
Mentre lo saluta, sul volto dell’ex presidente Mario Draghi un certo cipiglio è impossibile non notarlo: non è questione di crisi finanziaria. "Non mi parlate della Roma", e si capisce cosa lo tormenti". Tocca il tema della finale di Europa League anche Salvini , accompagnato dalla fidanzata Francesca Verdini: "Mercoledì sera ero a Ponte Milvio e ho visto i fuochi d’artificio. Non riuscivo a capire: ma se la Roma ha perso? Poi mi hanno spiegato che erano i tifosi della Lazio che festeggiavano". C’è l’onnipresente Vittorio Sgarbi che si complimenta con il capo dello Stato, accompagnato dalla figlia Laura, per la sua uscita in difesa della ministra Roccella contestata a Torino. "Oh, beh – replica il capo dello Stato – un libro è un libro". E lei ringrazia. Reduce dalla battaglia con la corte dei Conti si aggira disfatto nei giardini Raffaele Fitto: "Eccoti – lo saluta qualcuno – pensavamo stessi scrivendo un altro pezzo del Pnrr". "Non me parlare – replica lui – mia moglie mi uccide". E sull’altra sponda, Elly Schlein ’armocromata’ in grigio azzurro ma anche i capi di Cgil e di Uil, Landini e Bombardieri, che scambiano battute con la nemica di ieri e di domani, Giorgia: "Presidente, non saluta i sindacati?". Pronta la replica: "Non mi fate polemiche anche qui", sorride Meloni che non nega selfie a nessuno, e poi si confronta a lungo con Antonio Tajani. Insomma una situazione di ’miracolosa concordia’. C’è Andrea Bocelli e c’è anche Luigi Di Maio, che torna nelle sale del potere. La ricomparsa crea qualche momento di imbarazzo; il governatore del Lazio, Francesco Rocca, gli va incontro sorridente: "Quando cominci con il tuo nuovo incarico?". "Ieri", ride lui.
È una serata di festa, ma il passaggio centrale è serissimo. Perché il presidente della Repubblica nel breve discorso al concerto (diretto da Speranza Scappucci) offerto al corpo diplomatico – occasione per ringraziare della solidarietà ("valore fondativo della nostra Costituzione, in vigore da 75 anni") dimostrata dopo l’alluvione ai danni della Romagna – che lo ha "profondamente toccato" – parla della guerra. Anzi, quasi tolstoiano, parla di guerra e pace. Davanti a 185 ambasciatori, non invitati come lo scorso anno i rappresentanti di Russia e Bielorussa, dice: "Assistiamo oggi con attenzione e interessi a tentativi di individuare sentieri di dialogo per giungere alla pace. I nostri valori impongono la ricerca di una pace giusta". La guerra è quella che c’è nella realtà: "La solidarietà è un principio di cui l’inaccettabile aggressione della Federazione russa all’Ucraina rappresenta la più brutale ed evidente negazione". Mattarella auspica una collaborazione vera tra i popoli, chiama l’Europa ad essere attore di pace e di stabilità: "Il conflitto impone scelte coraggiose in grado di conseguire l’ampliamento del progetto comunitario". Si sa cosa succede quando parla il capo dello Stato: ogni parola, anzi ogni virgola viene soppesata con il bilancino per spiare eventuali slittamenti. Il verdetto del contropelo e del microscopio è negativo. La posizione di Mattarella è sempre la stessa.
Il ricevimento scorre così, una parentesi di concordia coronata dal brindisi: sulla terrazza che domina Roma, con il capo dello Stato alzano il bicchiere i presidenti di Camera e Senato, Fontana e La Russa, la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra, la premier e il compagno, Andrea Giambruno: "Un brindisi alla Repubblica", dice Giorgia. Prosit.