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Fulco Pratesi era nato il 6 settembre del 1934
Riavvolgendo il nastro dell’avventurosa vita di Fulco Pratesi – il fondatore di Wwf Italia morto ieri a 90 anni a Roma, dove era ricoverato –, più che gli estremismi (mai una doccia per 60 anni) e le vittorie (la creazione di 100 oasi naturalistiche), rimarrà il momento in cui, giovane cacciatore di famiglia aristocratica, sulla via di Damasco incrociò la natura. Si trovava nella foresta dell’Anatolia: vide un’orsa con tre cuccioli. Bastava un clic, il fucile era oliato alla perfezione, ma fu il cervello a incepparsi. Fulminato da tanta bellezza, andò al mercato e barattò l’arma per una macchina fotografica.
Era il 1963. Due anni prima in Svizzera il biologo e politico inglese Julian Huxley aveva ispirato il World Wildlife Fund (abbreviato Wwf) con l’aiuto di un po’ di teste coronate. Pratesi, che era architetto, decise che più che costruire nuovi insediamenti umani avrebbe restituito spazi all’ecosistema. Così chiamò il Wwf e disse di voler creare la sede italiana. Gli dissero: bene, ma i soldi li trovate voi.
Li trovò, i soldi. E da allora, chiunque abbia praticato l’ambientalismo in Italia, ha impressi in mente il volto, la voce, i disegni e la firma di Fulco Pratesi. Fondatore, poi presidente onorario del Wwf, nel suo impegno sessantennale da attivista e brevemente da politico (alla Camera per due anni con i Verdi), adattò le sue competenze urbanistiche per progettare dalle fondamenta il movimento ecologista in Italia. Lottando per la regolamentazione della caccia, l’istituzione di aree e di specie protette, la tutela degli ecosistemi, la sensibilizzazione contro gli sprechi di risorse ambientali.
Non faceva la doccia, sì. Si lavava con una spugna imbevuta, asciugava i capelli senza il phon, cambiava la biancheria al bisogno e non ogni giorno e molte altre cose. Ma questa è l’aneddotica. I fatti concreti sono l’ispirazione di una legge sulla fauna e una sui parchi nazionali. "Fu interprete autentico dell’articolo 9 della Costituzione, che annovera il paesaggio tra gli elementi del nostro patrimonio culturale", ha ricordato ieri il ministro della Cultura Alessandro Giuli. "La sua eredità oggi più che mai è cruciale". Ma un suo ricordo è arrivato da tutte le parti politiche. La camera ardente si terrà mercoledì nella sede del suo Wwf, a Roma. Sembrerà di risentire la sua voce snocciolare a memoria le caratteristiche di ognuna delle cento oasi istituite in Italia. Sembrava quasi di vederle. Lui le vedeva. Come quando in Anatolia negli occhi di quattro orsi vide il suo destino.