Martedì 30 Luglio 2024
Milena Soci
Politica

Italia-Cina, il vecchio accordo: che cos’è la Nuova Via della Seta e perché non ha funzionato

La premier italiana Giorgia Meloni ha incontrato il primo ministro Li Qiang e il presidente Xi Jinping

Giorgia Meloni a Pechino per un incontro formale

Giorgia Meloni a Pechino

Dopo l'uscita dell'Italia dall'accordo Nuova Via della Seta, Giorgia Meloni è in Cina per un nuovo rapporto bilaterale. Atterrata a Pechino, la premier si tratterrà nella capitale fino a mercoledì 31 luglio e oggi ha incontrato il primo ministro Li Qiang e il presidente Xi Jinping. E' la prima visita nel Paese da parte di un capo del governo italiano dal marzo 2019, anno in cui l'allora presidente del consiglio Giuseppe Conte firmò un memorandum d'intesa da 20 miliardi di euro con la Cina chiamato Nuova Via della Seta, abbandonato poi dal suo successore Mario Draghi e non rinnovato dall'attuale premier Giorgia Meloni.

Il progetto

La Nuova Via della Seta, conosciuta anche come Belt and Road Initiative (Bri), è un progetto di sviluppo e interscambio economico promosso per la prima volta nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping, con l'obiettivo di investire centinaia di miliardi di dollari per riprendere le vecchie rotte commerciali tra l'impero cinese e quello romano e ricostruire efficaci collegamenti via terra - attraverso la Cintura Economica della Via della Seta - e via mare - con la Via della Seta Marittima del 21° secolo - tra l'Asia e l'Africa e l'Europa.

Il progressivo abbandono

I risultati, però, non furono quelli sperati: dal punto di vista economico le esportazioni della Cina verso l’Italia aumentarono notevolmente e passarono da 31,7 miliardi di euro a 57,5 in quattro anni, mentre quelle italiane in Cina crebbero di poco, passando da 13 miliardi di euro a 16,4. Il cambio di governo italiano, unito alle difficoltà interne provocate dalla pandemia da coronavirus, non hanno fatto che enfatizzare la fallibilità di un progetto estremamente ambizioso. In più, la decisione di Giuseppe Conte di formalizzare l'accordo non venne mai sostenuta né dal resto dei paesi europei né dai membri del G7, per il timore che la Bri avrebbe potuto aumentare le mire espansionistiche cinesi e minacciare l'economia e la politica occidentale.