Martedì 13 Agosto 2024
CORRADO CATTANEO
Politica

Abuso d’ufficio, Uggetti: “Il Pd sbaglia. Era giusto toglierlo. La battaglia torni politica"

L’ex sindaco di Lodi travolto da uno scandalo divenuto nazionale e poi smontato pezzo per pezzo dalle sentenze che lo hanno visto uscire assolto dopo carcere, domiciliari, dimissioni, quattro gradi di giudizio e scuse pubbliche

Simone Uggetti

Simone Uggetti

Lodi, 12 agosto 2024 – Simone Uggetti , 51 anni, ex sindaco di Lodi travolto da uno scandalo divenuto nazionale e poi smontato pezzo per pezzo dalle sentenze che lo hanno visto uscire assolto dopo carcere, domiciliari, dimissioni, quattro gradi di giudizio e scuse pubbliche dell’allora ministro dell’Esteri Luigi Di Maio, ha idee chiare e un conto in sospeso con il reato di abuso d’ufficio. Che non vede l’ora di regolare (anche con un libro "che sto scrivendo"). Tesserato Pd, imprenditore di successo (dopo le dimissioni ha fondato un’azienda informatica che ora ha più di cento dipendenti), non ricopre più incarichi pubblici "ma la politica non l’ho abbandonata, mi appartiene per passione, moralmente e intellettualmente".

Uggetti, cosa ne pensa della riforma Nordio?

"Sto dalla parte degli amministratori, che in larghissima parte, al di là delle provenienze politiche, hanno vissuto l’abuso d’ufficio non come uno strumento pensato per proteggere la pubblica amministrazione ma per dare la possibilità a qualche magistrato di ottenere visibilità, anche grazie ai media. Accuse che nel 95% dei casi, stando alle statistiche, si sono infrante nei processi".

Per lei, quindi, tutti gli amministratori sono onesti?

"No, tutt’altro, ma i dati lasciano la sgradevole sensazione che alcuni magistrati abbiano troppo spesso usato questa tipologia di reato solo per farsi pubblicità e, quindi, carriera".

Il Pd, però, ha una posizione diversa...

"Nel partito ci sono culture diverse, chi è più garantista, come me, e chi, sbagliando a mio avviso, si lascia trascinare dagli accidenti che capitano agli avversari, dimenticando che la battaglia deve sempre essere politica e non giudiziaria. E che gli inciampi possono capitare anche in casa propria. Ad esempio ho trovato fuori luogo la manifestazione per chiedere le dimissioni di Toti che, peraltro, è stato completamente abbandonato anche dal centrodestra. Dovremmo tutti riflettere, per dirla con Pierluigi Battista, sul concetto di giuridicizzazione della politica, ovvero su quanto le vicende giudiziarie abbiano influenzato la vita politica di questo Paese".

Lei si sente defraudato di qualche cosa dalla sua vicenda giudiziaria?

"Lo siamo stati io e i cittadini di Lodi. Ma come me ci sono centinaia di amministratori pubblici che hanno dovuto fare i conti con questa fattispecie di reato ed è incredibile che ci sia silenzio su questo aspetto"

Cosa crede insegni quello che le è successo?

"In me ha rafforzato la convinzione, che avevo già prima di essere accusato ingiustamente, della necessità di un maggiore equilibro dei poteri che, dal ’92, sono sbilanciati a favore della magistratura. Per questo mi dico favorevole a una riforma della giustizia ancora più profonda".