Roma, 6 marzo 2013 - La crisi post-elettorale entra nel vivo: si è riunita la Direzione nazionale del Pd, che ha approvato, con un astenuto, la proposta del segretario Pier Luigi Bersani di un governo di maggioranza con 8 punti. “Da questa riunione di ipotesi B non ne sono venute, è venuta avanti una ipotesi A - ha precisato Bersani -. E’ un sentiero molto stretto, o lo si supera e quindi si comincia con un governo che cambi le cose o il sentiero lo si sgombererà dalla nebbia. Ci sarà il Capo dello Stato, nel quale abbiamo grande fiducia. Non ho sentito altre proposte” e nel governo del presidente per definizione non dobbiamo interferire. Bersani ha infine aggiunto: “Convocheremo la prossima settimana, giovedì pomeriggio, i parlamentari eletti. Poi, appena sarà chiaro l’andamento dei calendari dovremo fissare l’assemblea anche per la convocazione del congresso”.
TELEFONATA A NAPOLITANO - Il segretario del Pd ha poi telefonato questa sera a Giorgio Napolitano per segnalare al Capo dello Stato le proposte presentate nella riunione della direzione del partito.
L'APPELLO - Il Pd si è rivolto a Mario Monti e al Movimento 5 Stelle. Bersani ha "pieno rispetto" per le prerogative di Napolitano, ma sente "il dovere politico" di rendere esplicito il proprio orientamento. “Ora si apre un percorso istituzionale, abbiamo piena fiducia in questo percorso e nel presidente della Repubblica”. Poi il rinnovo del "no" al Pdl: "Sento Alfano che dice così andiamo a sbattere. Scusa Alfano, noi abbiamo detto la nostra, vuoi dire la tua qual è?".
STOP AI SOLDI AI PARTITI - “Dichiariamo l’assoluta disponibilità ad un superamento dell’attuale sistema di finanziamento dei partiti, ma lo mettiamo in connessione con il funzionamento democratico dei partiti”. “Noi abbiamo questa posizione - dice Bersani senza citare Grillo ma rivolgendosi al M5S - vuoi discutere di finanziamento? discutiamo anche di trasparenza di partiti che hanno responsabilita’ costituzionali e parlamentari”.
GLI "ALTRI" - Nella direzione del Pd Renzi non parla, Franceschini condivide il no a Berlusconi, D’Alema spiega la posizione del partito: "La destra esiste e io mi rammarico che in un momento così drammatico non sia possibile una risposta in termini di unità nazionale. Purtroppo non è possibile e l’impedimento è’ rappresentato da Silvio Berlusconi". D’Alema aggiunge: "Il fatto che alcuni parlamentari abbiano denunciato di essere stati corrotti per far cadere un governo, è un attentato alla democrazia".
Il Pdl, per bocca di Angelino Alfano, critica l’orientamento del Pd: "Il Pd dimostra di non avere un’idea chiara su come guidare il Paese, rischia di portare l’Italia allo sfascio. Noi li invitiamo a riflettere, perche’ cosi’ portano il Paese a sbattere". Vito Crimi, capogruppo per tre mesi del Movimento 5 Stelle al Senato, attacca Enrico Letta e ricorda su 'Facebook' una sua intervista del 13 luglio 2012 quando disse: "Meglio che i voti vadano al Pdl anziché a Grillo". Nichi Vendola afferma intanto di voler restare alla guida della regione Puglia fino alla fine della legislatura nel 2015.
SCHEDA: ECCO GLI OTTO PUNTI PROPOSTI DAL LEADER DEL PD
IL RIASSUNTO: L'INTERVENTO DI BERSANI
"Apriamo questa direzione nel pieno rispetto dei percorsi istituzionali e delle prerogative del Capo dello Stato ma abbiamo il diritto-dovere di pronunciarci con semplicità davanti all’opinione pubblica", esordisce Pier Luigi Bersani aprendo la direzione del Pd. "Sappiamo che le decisioni che prenderemo potranno segnare non solo questo momento ma il futuro, una fase non breve", ha aggiunto Bersani. "C’è in tutta Europa un indebolimento delle istituzioni e ripiegamenti antieruopei".
Pier Luigi Bersani ha bacchettato i commentatori che da 20 anni "spiegano il verbo senza un anno sabbatico e pagare dazio" e ha chiarito il progetto del Pd. "Qui non si sta corteggiando Grillo, ma si tratta di capire ciò che si muove nel profondo, di bucare il muro dell’autereferenzialita’ del sistema perchè comincia a essere in gioco il sistema", ha detto. “Il canale democratico non è ostruito. Se si rivolge alle istituzioni per rinvigorirle o per farne una vuota cassa risonanza è da capire, ma questo dipende dalla nostra iniziativa che deve sollecitare una risposta”, ha sottolineato.
E ancora: "La governabilità non è fatta solo di seggi. Una interpretazione troppo formale della governabilità oggi rischierebbe di essere un coperchio mal posto" sulla crisi politica.
Silvio Berlusconi ha recuperato qualcosa in campagna elettorale, ma la sensazione della 'rimonta' è conseguenza dell’ “arretramento” del centrosinistra: così Bersani legge il voto.La rimonta percepibile della destra non è un reale recupero di consenso, è frutto prevalentemente del mancato risultato nostro. Il nostro arretramento è distribuito un po’ ovunque, ma in modo più marcato nel centrosud”.
POLITICA SCREDITATA - “Una politica già da tempo senza credibilità e prestigio perde la presa sulla realtà, un discredito che non ha avuto fin qui rimedio, fino a far escludere che ci fosse qualcuno di innocente, una politica screditata che funziona da capro espiatorio della immoralità e dei privilegi di una più ampia classe dirigente”, aggiunge Bersani, secondo cui è una logica del “tutti contro tutti, in cui la prova di innocenza è la maggior colpevolezza dell’altro”.
Analizzando la vicenda della crisi italiana verso la politica il leader del Pd ammete che “l’assetto istituzionale mostra di non avere i titoli per dominare l’avvitamento della questione sociale, della perdita di orizzonti, un’entropia di risorse democratiche, politiche e civili, una tema acuto da noi ma certamente europeo, perchè resta europea la domanda cruciale irrisolta: per accompagnare questa confusa transizione quali ricette sono compatibili con un governo democratico e rappresentativo: è la domanda di fondo che emerge anche da queste elezioni”.
GOVERNABILITA' - “Se chiamati siamo pronti a proporre un govenro cambiamento sulla base di programma essenziale che avrà il compito di rimuovere le barriere più pesanti tra istituzioni, politica e opinione pubblica e urgenti misure sociali, con il compito cioè di aprire la strada alla legislatura, con impegni dirimenti e cadenzabili”.
“Gli altri non possono offrire qualcosa di meglio di noi per la governabilità, non hanno i numeri, ma non hanno neanche qualcosa da dire, dunque i rapporti di forza ci consegnano di avanzare noi una proposta, mai il centrosinistra aveva avuto una maggioranza parlamentare così ampia, quasi il doppio o il triplo degli altri perciò noi non sfuggiamo dalla responsabilità”. Lo ha detto Pier Luigi Bersani alla Direzione nazionale del Pd.
Secondo Bersani però “non può esistere responsabilità senza cambiamento, perchè ci prepariamo guai peggiori, cercare la tranquillità del meno peggio rischia di preparare peggio, tocca a noi ribaltare lo schema, e le proposte che avanziamo - ha ricordato - sono frutto della nostra elaborazione e non si dica perchè non le avete fatte prima: erano impraticabili perchè non abbiamo mai avuto le condizioni parlametari per farlo, adesso se si vuole si può”.
NO ACCORDI COL PDL - Il Pd e il centrosinistra ritengono “impraticabile” un accordo di governo con il centrodestra, ha detto il segretario: “Per quel che rigauda il governo abbiamo la responsabilità di prospettare soluzioni politiche chiare, non ci può essere una soluzione al di sotto di quel cambiamento che il Paese invoca, e il cambiamento non si può immaginare con chi fin qui ha seminato tempesta. Non giudichiamo credibili accordi di governo tra noi e la destra berlusconiana”.
FIORONI - “Siamo compatti sulla linea di Bersani. Che Renzi parli oggi non è un segnale di debolezza. Renzi è un uomo fondamentale per il partito”, dice Beppe Fioroni entrando nelle sede del Pd per partecipare alla direzione del partito.
BONACCINI - "Credo che Grillo vada sfidato, non rincorso. Va sfidato almeno a dire perchè, su alcune proposte chiare per l’Italia, non dovrebbe essere d’accordo”. Lo ha detto Stefano Bonaccini (Pd) intervenendo ad Agorà, su Rai Tre. “Abbiamo il dovere, avendo la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato, di avanzare una proposta- continua Bonaccini- non possiamo immaginare un governo di vecchia maniera in cui ci sono solo Pd e Pdl. Di certo, in questo Paese un governo Pd-Pdl non nascerà".
LA PETIZIONE - “Salva l`Italia: Sostieni un ‘Presidente dei Cittadini’. è il titolo della petizione con 50.000 sottoscrizioni di cittadini italiani rivolta al segretariod el Pd Pier Luigi Bersani che attivisti dell’associazione Aavaz consegneranno davanti alla sede del Pd dove si riunisce la direzione al Vicepresidente del partito Ivan Scalfarotto per essere consegnata a Pier Luigi Bersani, in procinrto di chiedere alla direzione di dire sì alla sua richiesta di incarico da premier.
Al contrario, la petizione chiede a Bersani e alla direzione del Pd “di sostenere un Presidente del Consiglio indipendente e fuori dai partiti sostenuto dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle per mantenere fuori dal governo l`ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.”, indicando i risultati di un sondaggio sui possibili candidati premier.
Durante i lavori della direzione del Pd, membri di Avaaz, inoltre, inonderanno i profili Twitter e Facebook di Bersani e Renzi con le loro proposte di Presidenti del Consiglio “Bersani - ha affermato per Aavaz Luca Nicotra, annunciando l’iniziativa- potrebbe diventare il protagonista di una svolta per l`Italia se metterà da parte le sue ambizioni personali. Sostenendo un Presidente del Consiglio indipendente e non partitico, mostrerebbe una grande leadership e salverebbe l`Italia da questo stallo politico, da una crisi dei mercati e da Berlusconi. Decine di migliaia di persone da tutta Italia si stanno dando da fare per sostenere l`idea di un ‘Presidente dei Cittadini’, e sta prendendo piede. Ora è Bersani a dover agire”.
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