Roma, 31 gennaio 2011 - ‘’Se giovedi’ il federalismo non passa andiamo tutti a casa’’: parla così Roberto Maroni, ministro dell’Interno, in un’intervista al Corriere della Sera. ‘’Dopo la fiducia del 14 dicembre e’ come se fossimo in convalescenza’’ e ‘’quello che sta accadendo alle istituzioni non ci da’ una maggioranza sicura’’.
Il ministro leghista dice di condividere le ‘’preoccupazioni’’ di Napolitano e invita ad ‘’uscire al piu’ presto dallo scontro tra istituzioni per fare ripartire l’attivita’ del governo’’. Un contrasto, ‘’ne ho parlato di recente con il presidente della Repubblica’’, che ‘’riflette il fatto che al vertice delle istituzioni ci sono leader politici’’. Se ‘’il Capo dello Stato decide di sciogliere le Camere - aggiunge - ne prenderemo atto’’.
La Lega, ‘’che e’ il partito-sindacato della Padania’’, territorio in cui è ‘’quasi politicamente egemone’’, è ‘’da tempo’’ pronta al voto, e alle urne, assicura, sara’ ‘’con il Pdl’’, partito ‘’che ha consistenza e presenza sul territorio’’ e che ‘’andra’ oltre Berlusconi’’. Se il premier non dovesse ricandidarsi, anche se ‘’non se ne e’ mai parlato’’, nel centrodestra comunque ‘’ci sono tanti uomini e donne capaci, competenti e dotati di leadership in grado di guidare un governo’’.
CALDEROLI FRENA - “Confrontiamoci tutti, maggioranza e opposizioni, sul merito di una riforma che potrà essere epocale, lasciamo perdere improvvidi diktat e collocazioni di schieramento politico, non legandola alla durata della legislatura”. Il ministro leghista Roberto Calderoli corregge l’aut aut di Roberto Maroni sul federalismo, invitando le opposizioni a sganciare il voto sul federalismo da un giudizio sulla sopravvivenza del Governo Berlusconi.
“Abbiamo discusso a lungo, ci siamo confrontati nel merito, abbiamo accolto richieste e proposte provenienti dalla maggioranza e dalle opposizioni, non per avere un voto pro o contro il Governo - sottolinea Calderoli - ma un voto nell`interesse del Paese e del suo futuro. Questo mi ha chiesto di fare Umberto Bossi e nella Lega Nord a decidere è soltanto il suo Segretario Federale”.
BERSANI: NON E’ CAMBIATO NIENTE - Per il Pd è cambiato qualcosa nella valutazione sul federalismo fiscale? “Non e’ cambiato niente”, dice Pier Luigi Bersani ai cronisti confermando il voto negativo dei democratici. Quanto poi al fatto - Giovedi’ il governo rischia con il voto sul federalismo? “Ormai rischia tutti i giorni”, risponde Pier Luigi Bersani ai giornalisti.
IDV: NIENTE RICATTI - Ecco cosa scrive Di Pietro sul suo blog: "L’Italia dei Valori sarebbe disponibile a parlare con chiunque pur di far quadrare i conti. Uno dice: ma allora tu adesso vuoi votare il federalismo della Lega e di Berlusconi? E qui che casca l’asino. Ragioni di merito e di opportunità mi impediscono di entrare su questo tema. Non possiamo per quello che ha detto oggi lo stesso ministro Maroni, ovvero che questo federalismo è il loro modello di federalismo, che non cambieranno e, quindi, o ‘prendiamo questa minestra o saltiamo dalla finestra' e si va a votare. Se lui pensa di far approvare un federalismo in cui si aumentano le tasse, si fa pagare di più al ceto medio e ai più deboli, non si combattono gli evasori fiscali, il Paese viene diviso, in cui, in realtà, si producono nuovi monopoli e nuovi centralismi e una spesa incontrollabile, allora io non ci sto, questa minestra non la mangio".
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