Martedì 12 Novembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

2 giugno, il discorso di Mattarella: “I tempi sono straordinari, serve impegnarsi per la libertà”

Festa della Repubblica, le parole del presidente davanti alle cariche dello Stato e ai diplomatici stranieri. “Come dopo la Seconda guerra mondiale, la scelta degli italiani scrisse una pagina decisiva”

Roma, 1 giugno 2024 – Un impegno straordinario per tempi straordinari. Come all’indomani della seconda guerra mondiale, "avvertiamo oggi, a livello mondiale, l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia e diffusione del benessere, maturazione civile, crescita economica e dei diritti". Questa l’esortazione rivolta dal capo dello Stato Sergio Mattarella al corpo diplomatico straniero in occasione del tradizionale ricevimento di vigilia della festa della Repubblica.

Un richiamo alle grandi sfide e i pericoli che si ripresentano ciclicamente sulla scena internazionale. Con l’avvertenza di "rifiutare con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione prosperità economica in cambio di sudditanza". Con l’ammonimento a riprendere la rotta dell’impegno comune, la capacità di risposta collettiva, il senso di responsabilità necessari a una politica "multilaterale".

Come il capo dello Stato aveva dichiarato poche settimane fa di fronte all’assemblea delle Nazioni unite. Invitando al reciproco riconoscimento dei due Stati per i due popoli senza pace coinvolti nel settantennale conflitto israelo-palestinese. E richiamando alla maggior responsabilità dovuta dalla Russia in qualità di membro permanete del Consiglio di sicurezza, che invece "ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa".

Come dopo la Seconda Guerra mondiale "la congiuntura internazionale propone nuovamente oggi tempi straordinari", dice Mattarella alle feluche. Come "dopo i tragici eventi bellici e la lotta di Liberazione dal nazifascismo", quando il 2 giugno 1946 "la scelta del popolo italiano per la Repubblica scrisse una pagina decisiva di democrazia e pose le basi per un rinnovato patto sociale" realizzato nella Costituzione.

"Quel voto, all’avvio della vita democratica, rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità – sostiene il capo dello Stato – In quegli anni di speranze diffuse, le aspirazioni al benessere e al miglioramento della condizione personale, procedevano insieme alle conquiste democratiche e sociali". La posta in gioco è analoga. Sebbene il quadro sia probabilmente ben più allarmante: date le guerre in corso di escalation e i ricatti impliciti da parte di chi, a cominciare dalla Russia di Putin, non accetta il diritto internazionale, usa la forza verso i più deboli e offre sicurezze effimere in cambio di soprusi, prevaricazioni delle libertà e dello stato di diritto. Pericolo strisciante anche in Europa, stando al ragionamento di Mattarella.

"Con l’invasione dell’Ucraina, indipendente e sovrana, la Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa e scavato nuovamente un solco tra i paesi del continente che sognavamo in pace e collaborazione, liberi e democratici da Lisbona a Vladivostok", rileva Mattarella. Mentre "a seguito della brutale ed efferata aggressione terroristica ad opera di Hamas, con l’assassinio di tante persone innocenti, la spirale di reazioni di spaventosa violenza che ne è scaturita, crea immani sofferenze e un numero sconvolgente di vittime tra la popolazione civile palestinese". Di qui la sola risposta, che per il capo dello Stato è appunto la via multilaterale della pace senza ricatti.