Roma, 7 giugno 2023 – Continua a far discutere il caso delle violenze avvenute in questura a Verona ai danni di fermati stranieri o senzatetto o con problemi di droga. Cinque poliziotti sono stati arrestati, si contano ora altri 17 indagati e vedremo quali esiti avrà l'inchiesta. "Si ripetono le torture e con le stesse tecniche di violenza", nota il collega di QN, Lorenzo Guadagnucci, fondatore del Comitato verità e giustizia per i fatti del G8 di Genova. Sottolinea, per esempio, come i maltrattamenti nel 2020 a Santa Maria Capua Vetere, per i quali è in corso un processo con 100 imputati, siano i medesimi di quelli raccontati dalle vittime di Bolzaneto del 2001.
Ci si deve interrogare, dunque, sulle ragioni di episodi che non sono isolati: "Servirebbe una grande inchiesta interna alle forze dell'ordine, un'operazione di trasparenza" per evitare che casi come quello di Verona diventino sistemici. Il presidente dell'Associazione Antigone, Patrizio Gonnella, interviene nel podcast 'Un altro giorno' per chiedere che dalle istituzioni arrivino messaggi privi di margini di ambiguità sulle responsabilità, che non si sentano più frasi del passato come "marcire in galera" o non si assista più a comportamenti che possano far pensare alla solidarietà verso chi compie abusi o, ancora, che si rinunci a chiedere l'abolizione del reato di tortura. Finora, nel caso di Verona, è la stessa questura che ha fatto partire le indagini, il nuovo questore Roberto Massucci ha parlato dell'importanza della "trasparenza". Altre parole di responsabilità stanno arrivando dal governo e dal capo della Polizia Vittorio Pisani. Incoraggiante, ma restano le ombre di tanti, troppi, fatti di cronaca in cui le umiliazioni e gli abusi si scaricano sempre sui più emarginati e arrivano proprio dalle "divise" che dovrebbero rappresentare la sicurezza e la legge.
Ha collaborato Marco Santangelo