Per il secondo anno, le conseguenze della pandemia costringono a organizzare una doppietta sullo stesso circuito. È quello dello Spielberg, in Austria, di proprietà della Red Bull, dove il primo atto avrà il nome di Gran Premio di Stiria. A prescindere dall’etichetta, però, quella terra ci restituisce immediatamente il ricordo di un personaggio che ha cambiato, la storia della Formula 1: Niki Lauda. L’uomo che visse tre volte e che legò i suoi primi successi alla scuderia di Maranello. Lo ricorda Piero Ferrari, che in questo episodio racconta a Leo Turrini lo speciale rapporto tra suo padre e Lauda, ma a distanza di alcuni decenni riconosce di non avere ancora capito perché il campione austriaco decise di lasciare la Rossa dopo i primi due titoli iridati.
Lauda è stato un assoluto innovatore nella Formula 1. Prima di lui, cioè fino all’alba degli Anni 70, la figura del pilota era associata a quella del bon vivant. Niki porta sin da subito, invece, precisione e rigore, che gli vengono riconosciuti dallo stesso Piero Ferrari: «Ricordava qualsiasi curva di ogni Gran Premio e si fermava a lungo con i tecnici, dopo le prove sulla pista di Fiorano dove mio padre aveva piacere di incontrarlo spesso, per dare indicazioni sull’aerodinamica e sull’assetto della macchina». Era un pilota sensibile ai dati tecnologici, ma dimostrò di avere anche un eccezionale coraggio, ritornato in pista a poche settimane di distanza dal terribile rogo del Nurburgring dal quale Lauda emerse con il corpo ustionato in molte parti.
Dopo il divorzio dalla Ferrari e un primo ritiro dalle corse, Niki tornò con la McLaren, fece in tempo a vincere un terzo titolo iridato nel 1984. E molti anni dopo è stato proprio lui l'artefice del grande boom Mercedes in Formula 1: fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2019, Lauda è stato infatti il presidente della scuderia che Lewis Hamilton ha trasformato in una sorta di macchina invincibile. Un campione assoluto.